[04/07/2007] Energia

Risparmio di energia sì, risparmio di materia no

LIVORNO. La conferma arriva ancora una volta dalla lettura dei quotidiani nazionali e dai mezzi di informazione tout court: nei quali si susseguono giornalmente notizie di importanti iniziativa tutte però rivolte al risparmio energetico. Spicca la relazione sui cambiamenti climatici approvata all’unanimità dalla commissione ambiente della Camera (Repubblica). Che contiene misure quali il calcolo delle tasse automobilistiche in base alle emissioni di anidride carbonica delle macchine, ma soprattutto il divieto di vendere elettrodomestici non di classe A dal 2010 e delle lampadine a incandescenza dal 2012. E ancora disincentivare l’uso degli scaldabagni (8 milioni in Italia). Ricordiamo poi la notizia di ieri che l’Eni ha imposto ai propri dipendenti di non usare la cravatta durante i mesi estivi. Un modo per abbattere i consumi dei condizionatori e una iniziativa che sta facendo proseliti visto che altre aziende faranno altrettanto e che potrebbe essere applicata anche dalle istituzioni.

Non stupisce così che i consumatori stanno già rispondendo, come dimostra l’analisi della società di ricerca tedesca Gfk pubblica dal Sole24Ore: Le famiglie scelgono ecologico, aumenta la richiesta di lavastoviglie e condizionatori a risparmio energetico. Come è altrettanto significativo che la Regione Lombardia (Italia Oggi) abbia deciso di anticipare al 2008 la certificazione energetica degli edifici, due anni prima quindi delle norme nazionale che entreranno in vigore nel 2010.

Insomma, il bombardamento (giustificato) mediatico finalizzato a modificare anche lo stile di vita di noi tutti rendendolo più energeticamente sostenibile, sta dando i primi positivi frutti. Pur non dimenticando che anche questo passaggio da uno stile di vita più energivoro a uno (si spera) molto più risparmioso avrà degli impatti. Basti pensare alla quantità di elettrodomestici (in primis i frigo) che andranno in pensione – ovvero diverranno rifiuti - anche prima della loro rottura (causa/grazie agli incentivi). Resta il fatto tuttavia, che qualcosa si sta facendo e muovendo a tutti i livelli, ma solo sul risparmio di energia e quindi sui suoi flussi.

Per una vera sostenibilità ambientale invece, è fondamentale che accanto all’analisi dei flussi di energia ci sia quella dei flussi di materia. Di cui invece non si occupa nessuno. La questione dell’uso della materia in generale viene, infatti, osservata/commentata/seguita solo quando è nella sua fase terminale. Ovvero quando diventa rifiuto. Una situazione inostenibile e non si venga a dire che non esistono dati certi, perché almeno in Italia l’Istat li monitorizza dal 2002.

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