[09/07/2007] Urbanistica

Blitz di Goletta verde a Mola

CAPOLIVERI (Livorno). Il 7 luglio Goletta Verde ha organizzato, al grido di “giù le mani dalla costa”, un blitz a Mola, definita da Legambiente «la più importante delle aree umide superstiti all´´Elba è il simbolo contraddittorio di quanto sta accadendo nella maggiore isola dell´Arcipelago toscano. L´area costiera, divisa tra i comuni di Capoliveri e Porto Azzurro, è un´enclave del parco nazionale dell´Arcipelago toscano che si fa spazio tra strade provinciali e comunali, un cantiere-porto e una miriade di ormeggi, in parte abusivi. Mola è anche Sito di interesse regionale (Sir) della regione Toscana, e la stessa regione l´ha recentemente inserita nella nuova Zona di protezione speciale denominata "Elba orientale" in attuazione delle direttive europee 92/43/CEE (Habitat) e 79/409/CEE concernente la conservazione degli uccelli selvatici perché ospita rarità faunistiche e floreali ed è uno dei principali punti di sosta per la migrazione e la nidificazione dell´avifauna».

Il perché della manifestazione che sta avendo clamorosi sviluppi lo spiega Mirko Laurenti, portavoce di Goletta Verde: «Mola è uno degli esempi tipici di quello che segnaliamo come vero e proprio attacco al territorio e all’ambiente. Una zona pregiata che, invece di essere tutelata e protetta, è abbandonata a se stessa e lasciata in balia di continui tentativi di speculazioni. È il luogo dove Legambiente ha segnalato la presenza di abusi edilizi e discariche nell´area protetta, senza mai essere smentita, ma senza che il comune di Capoliveri o il Parco provvedessero a sanzionare e rimuovere abusi di ogni tipo. Mola è anche stata devastata nel 2006 da due incendi con tutta probabilità dolosi. Qui è presente da anni, e con continue proroghe, un cantiere interminabile per la realizzazione e il varo delle condotte per gli scarichi fognari sottomarini, un cantiere della Comunità Montana dell´Arcipelago che non dovrebbe più essere lì da molto tempo e che, di proroga in proroga e fallimento in fallimento, forse è servito anche per realizzare e varare i corpi morti e le catenarie di un´opera "privata" come il campo boe per circa 100 posti barca, in fase di avanzatissima realizzazione in questi giorni, proprio davanti alla costa protetta dal parco nazionale, dalla Zps dell´Unione Europea e dal Sir della regione Toscana e in presenza di un habitat prioritario dell´Unione Europea: la prateria di posidonia oceanica».

E i timori di Legambiente hanno avuto subito un’autorevole conferma istituzionale: dopo il blitz la Comunità montana dell’Arcipelago toscano, che è appaltatrice delle condotte sottomarine, ha verificato la situazione del cantiere di Mola e in una nota ufficiale conferma che «La denuncia sull’uso improprio del cantiere di Mola (il cui iter conclusivo è previsto da contratto per il novembre di quest´anno), è di estrema gravità. La Comunità Montana ha disposto un immediato sopralluogo, riscontrando in effetti la presenza di materiali che paiono avere più attinenza al campo-boe che si sta realizzando nella baia che alla posa delle condotte, unica azione legittima nell´area adibita a cantiere». La nota informa che l’ente comprensoriale «ritenendosi per tali motivi parte lesa verificherà con i propri legali le opportune misure atte a tutelare sia l´ente che ad evitare ulteriori e inaccettabili ritardi nel completamento dei lavori».

Il tentativo di realizzare quello stesso campo boe nel 2005 era stato bloccato dal Corpo forestale dello Stato, che aveva riscontrato «la non esistenza della necessaria documentazione valutativa dell´impatto ambientale del nuovo campo boe, la mancanza del dovuto parere positivo del Parco Nazionale dell´Arcipelago Toscano e anche le norme urbanistiche del Comune di Capoliveri non erano state modificate in modo che si potesse procedere all´operazione».

Umberto Mazzantini, responsabile nazionale isole minori di Legambiente, si chiede «cosa sia cambiato oggi rispetto ad allora, visto che non risulterebbero nulla-osta del Parco Nazionale e che gli strumenti urbanistici del Comune di Capoliveri sono sottoposti alle norme di salvaguardia, perché il Comune non ha approvato il Piano Strutturale nei tempi e nei modi previsti dalla legge regionale. Legambiente ha chiesto alla regione Toscana e al parco di chiarire la situazione, visto che negli anni passati, proprio per l´opposizione del Comune di Capoliveri, la realizzazione di un campo boe analogo fu impedita dall´altra parte del Golfo, nel Comune di Porto Azzurro. Le vicinanze di Mola, proprio per la bellezza del golfo, sono anche i luoghi preferiti per la realizzazione di vecchi ecomostri come l´Hotel International, oggi tornato all´onore delle cronache perché 6 fra tecnici e imprenditori sono stati raggiunti da avvisi di garanzia per la presunta violazione delle norme urbanistiche, o di nuovi mega-villaggi come quello da 400 camere che il parco Nazionale è riuscito a bloccare a Pontecchio, nel comune di Porto Azzurro, e che ora viene riproposto nel nuovo Piano strutturale, oppure del "porto Sales", ristrutturato e riempito di nuove grandi strutture in attesa di Luna Rossa e della Coppa America che non sono mai arrivate. Il tutto a due passi da Forte Focardo, che comune di Capoliveri, provincia di Livorno e regione Toscana vorrebbero trasformare nell´osservatorio dei cetacei del Santuario internazionale dei mammiferi marini Pelagos, mentre sembrano osservare ben poco di quel che succede nello stesso mare e nella stessa costa che dovrebbero proteggere».

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