[10/07/2007] Acqua

La Banca Mondiale vuole salvare il fiume Niger

LIVORNO. Il Niger, alla ribalta delle cronache da tempo per quanto succede nel suo delta, tra rapimenti di occidentali ed asiatici da parte del Mend, è anche il terzo fiume africano per lunghezza e dalle sue acque dipende la sopravvivenza di circa 110 milioni di persone in 9 Paesi dell’Africa occidentale.
Una grande e preziosa risorsa messa a dura prova dal degrado degli ecosistemi dell’intero bacino fluviale, mentre i sedimenti che rendono sempre più difficile la navigazione, la pesca e la produzione di elettricità. Secondo la«solo il 20 % delle terre agricole disponibili sono irrigate. L’idroelettrico é sovrasfruttato. Inoltre, sotto l’effetto della crescita demografica lungo i 4.200 chilometri di fiume, la povertà raggiunge livelli critici».

Recentemente la Banca Mondiale ha stanziato 500 milioni di dollari per un Programma di gestione degli ecosistemi e valorizzazione delle risorse idriche del bacino del Niger, un progetto guida tra i più ambiziosi mai intrapresi per la realizzazione di servizi sostenibili e per l’integrazione regionale e che è già partito in Benin, Mali, Guinea,Niger e Nigeria, mentre la seconda fase riguarderà Burkina Faso, Camerun, Costa d’Avorio e Ciad.

Il programma, che ha sede a Niamey, la capitale del Niger, sostiene la rimessa in funzione di infrastrutture idrauliche, il miglioramento della gestione degli ecosistemi, soprattutto riguardo all’erosione della biodiversità, l’uso sostenibile delle risorse forestali, il restauro delle sponde e piccole infrastrutture che forniscano un ritorno economico alle popolazioni rurali.
Ousmane Dione, a capo del progetto, ha risalito il corso del fiume per spiegare la necessità urgente di una sua preservazione sostenibile, non solo ai governanti ma anche a pescatori, pastori, agricoltori e dirigenti locali, sottolineando che la vulnerabilità del Niger sta crescendo ogni giorno di più con l’aumento esponenziale di una popolazione costituita per oltre la metà da donne e bambini con meno di 15 anni.

Le Nigeria, con 80 milioni di persone direttamente tributarie delle risorse del fiume, é il vero e proprio gigante regionale che ha tutto da guadagnare dalla riuscita del programma : le dighe di Kainji e Jebba saranno restaurate, con un rialzo sostanziale di produzione elettrica e la conseguente diminuzione del taglio di alberi per farne combustibile domestico.


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