[11/07/2007] Rifiuti

Pasini (Federacciai): il 62% della produzione italiana deriva dal riciclo

LIVORNO. La produzione italiana di acciaio nel 2006 è stata pari a 31 milioni e mezzo di tonnellate. Di queste, il 62% deriva direttamente da processi di riciclo di rottami ferrosi che per la maggior parte vengono raccolti sul territorio nazionale (15 milioni di tonnellate) e per il resto vengono importati dall’estero. Si tratta di cifre importanti per la siderurgia italiana, visto che quello che non si riesce a raccogliere e riciclare deve comunque essere comprato all’estero, con rischi che anche recentemente sono stati sottolineati dal presidente di Federacciai Giuseppe Pasini.

«Il problema della contraffazione credo che esista un po’ a tutti i livelli e per tutti prodotti – spiega Pasini – per quanto riguarda l’acciaio è particolarmente importante in quanto una parte dei prodotti siderurgici va nel settore alimentare: le latte che conservano i cibi per esempio sono di banda stagnata che è fatta d’acciaio. Per questo abbiamo sollecitato le dogane a intensificare i loro controlli, visto che ne va della salute di tutti noi».

Tornando alla produzione italiana , quali sono gli investimenti della siderurgia in innovazione di processo, finalizzata al risparmio di materia?
«Come le ho detto ricicliamo 20 milioni di tonnellate di rottami ferrosi ogni anno. C’è tutto un processo tecnologico che sta dietro a questa operazione e che consente di avere sempre meno scarti, per esempio dalle carcasse delle auto, che costituiscono una delle nostri fonti primarie visto che oggi la vita media di un veicolo è calcolata in 8-10 anni. Anche il processo di riciclo vero e proprio viene garantito da una tecnologia moderna e continuamente migliorata: quella dei forni elettrici, che offrono molte possibilità in più rispetti agli altoforni. Quindi il nostro contributo alla riduzione dei flussi di materia è notevolissimo, di fatto togliamo montagne di rifiuti dalla circolazione».

Evidentemente perché vi conviene economicamente. Forse anche a causa della domanda mondiale di materia prima che continua a crescere e delle riserve che invece si assottigliano?
«Certo il riciclo per noi è sempre conveniente dal punto di vista economico. Ma fare previsioni sulle materie prime non è per nulla facile. Se parliamo solo del minerale di ferro, possiamo dire che al di là della disponibilità vera o presunta, tutto è in mano a un oligopolio: ci sono 4-5 gruppi estrattivi, brasiliani, americani, canadesi e australiani che tengono in pugno il mercato e dettano loro la strada che deve prendere. Pensi che negli ultimi 3 anni il minerale di ferro è aumentato del 150% e con questa situazione di oligopolio è destinato ad aumentare ancora nei prossimi anni».


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