[12/07/2007] Energia

Biomasse, a Pisa nasce il Cribe

LIVORNO. Grazie al contributo di 1milione 500mila euro (il maggiore sinora concesso ad un singolo progetto di ricerca) da parte della Fondazione Cassa di Risparmio di Pisa, nasce a Pisa il Centro di Ricerca Interuniversitario sulle Biomasse da Energia, nel quale si vuole realizzare la concreta fusione di tutte le competenze scientifiche e professionali necessarie a perseguire un vero avanzamento delle conoscenze sulla produzione “sostenibile” dei differenti tipi di biomassa agroforestale, sulla trasformazione in energia (termica ed elettrica) secondo le diverse “filiere” bioenergetiche oggi conosciute e sulla produzione e l’impiego dei biocarburanti (liquidi e gassosi, ecc.) in sostituzione dei combustibili fossili.

Come noto le crescenti difficoltà di approvvigionamento energetico e la lievitazione dei costi, insieme alla preoccupazione per l’aumento dell’inquinamento atmosferico derivante dall’uso di combustibili fossili, hanno da tempo stimolato la ricerca di fonti energetiche diversificate e rinnovabili di minore impatto ambientale.

L´utilizzo delle biomasse (principalmente prodotti di origine vegetale) costituisce una delle alternative, perché queste, opportunamente trasformate attraverso la generazione termica ed elettrica e la produzione dei biocarburanti (bioenergia), rappresentano una fonte di energia utilizzabile in settori diversi, dal riscaldamento ai trasporti.

Lo sviluppo della bioenergia può svolgere un ruolo decisivo anche nel contenimento dei gas ad effetto serra, dal momento che l´anidride carbonica (CO2) prodotta dalla combustione delle biomasse è controbilanciata dalla CO2 assorbita dalle piante durante la loro crescita, con un bilancio netto pari a zero. Anche le sostanze inquinanti presenti nei combustibili tradizionali, quali piombo, zolfo, idrocarburi incombusti e monossido di carbonio (CO), sono assenti o presenti in quantità bassissime.

La produzione di energia da biomassa nel nostro paese è ancora assai modesta, mentre è ormai universalmente accertato che il comparto agro-forestale nazionale costituisce un giacimento di energia “rinnovabile”, che potrebbe fornire senza troppi sforzi almeno il 4-5% circa del fabbisogno annuo.

«La ricerca scientifica e la sperimentazione applicativa – spiegano in una nota gli ideatori del progetto - hanno permesso d’individuare una “rosa” di specie/colture agrarie ed agro-forestali d’interesse anche per l’Italia, e di mettere a punto tecnologie sempre più sofisticate per l’ottenimento di varie tipi di biocarburanti e per la costruzione di impianti alimentati a biomasse di varia origine. Nel contempo, però, - proseguono - è mancata completamente un’attività di ricerca rivolta alla risoluzione complessiva dei problemi incontrati nelle diverse “filiere” produttive, sia di carattere tecnologico (disponibilità di impianti di piccole dimensioni, alti costi di allestimento e di gestione, ecc.) che di ordine agronomico-produttivo (organizzazione aziendale, tecnica di coltivazione, macchine per la raccolta, stagionalità della produzione, problemi di stoccaggio, ecc.), sia sotto il profilo economico e sociale (costo di produzione dell’energia, politiche di sostegno, accettabilità degli impianti a livello locale, ecc.) sia, infine, dal punto di vista ecologico ed ambientale (logistica dei trasporti, bilanci energetici ed agro-ambientali, modificazioni del paesaggio agrario, ecc.)».

«Per rendere più efficace la penetrazione delle biomasse nel campo della produzione di energia – aggiungono - è di prioritaria importanza costituire un centro scientifico interdisciplinare fra i soggetti che conducono ricerche sulle tematiche in questione, in grado di progettare, eseguire e coordinare studi, ricerche e sperimentazioni sulla produzione, trasformazione ed utilizzazione delle biomasse a destinazione energetica e di diffonderne le conoscenze e le applicazioni, stabilendo collaborazioni con enti e associazioni, pubblici e privati, che operano nei settori interessati. Un approccio multidisciplinare, infatti, permette un inquadramento sistemico dei problemi che si possono incontrare lungo le filiere considerate. Riunire in una stessa struttura le specifiche competenze scientifiche inerenti le filiere nel loro complesso consente, inoltre, di sfruttare le sinergie tra i diversi settori di ricerca coinvolti e di raggiungere più facilmente quella “massa critica” necessaria oggi per accedere ai finanziamenti pubblici o privati, a loro volta indispensabili per effettuare ricerche innovative ed organiche».

Detto, per completezza di informazione, che esiste da tempo anche il Crear (Centro interdipartimentale di ricerca per le energie alternative e rinnovabili) a Firenze e che si occupa con competenza anche delle biomasse, l’iniziativa è di sicura importanza e rilievo. Uno dei temi più importanti da affrontare ci pare comunque che sia non solo come sviluppare questa opportunità, ma soprattutto renderla sostenibile ambientalmente. Le proposte di centrali a biomasse non mancano come non mancano gli argomenti a chi le contesta. In particolare sulle materie con le quali si alimentano. La filiera corta, ovvero l’utilizzo di biomasse locale, è il tema sul quale c’è davvero bisogno di confrontarsi. Alimentare le centrali con olio di palma proveniente da paesi che per coltivarla deforestano è evidentemente una pratica da contrastare. Invece si assiste – vedi il caso recente di Piombino – alla concessione di via libera ad impianti che sfruttano proprio questo tipo di materia prima. E in questo caso – oltre alla fondamentale ricerca alla quale il Cride può dare un ottimo contributo – serve che il Piano energetico regionale dia indicazioni precise.

I soggetti fondatori del Cribe sono alcuni Laboratori, Dipartimenti e Centri di ricerca dell’Università di Pisa e della Scuola Superiore Sant’Anna operanti nei settori dell’agronomia, dell’energia, della chimica e dell’ingegneria (Laboratorio Land Lab – Agricoltura, Ambiente e Territorio; Laboratorio Biolabs; Centro Interdipartimentale di Ricerche Agroambientali “E. Avanzi”; Dipartimento di Agronomia e Gestione dell’Agroecosistema; Dipartimento di Coltivazione e Difesa delle Specie Legnose; Dipartimento di Energetica; Dipartimento di Sistemi Elettrici e Automazione; Dipartimento di Ingegneri; a Chimica, Chimica Industriale e Scienza dei materiali; Ingegneria Meccanica, Nucleare e della Produzione).

Il Cribe ha la sua sede presso il Centro Interdipartimentale di Ricerche Agro-Ambientali “E. Avanzi” dell’Università di Pisa situata in San Piero a Grado (Pisa), nell’ambito del quale sono già disponibili i fabbricati, i campi sperimentali ed alcuni impianti ed attrezzature, e sarà diretto per il primo triennio dal Prof. Enrico Bonari della Scuola Superiore Sant’Anna.

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