[16/07/2007] Parchi

La siccità invernale aumenta il rischio di incendi estivi

LIVORNO. Solo ieri un incendio ha distrutto 10 ettari di macchia mediterranea ad Ortano, una località turistica del comune di Rio Marina, all’isola d’Elba, un episodio che, dopo un’estate tranquilla nel 2006 (anche in seguito all’arresto nel 2005 di un incendiario preso in flagrante) riporta all’attenzione il grave problema degli incendi dolosi che hanno percorso l’Elba. Ma l’allarme fuoco è alto in tutta Italia: solo il 14 luglio sono scoppiati oltre 150 incendi boschivi, 6 in Toscana, uno dei quali in località Bufalini, dentro il parco regionale di Migliarino San Rossore, ed il 1515 del Corpo forestale dello Stato ha ricevuto più di 3 mila segnalazioni.

«Dal 1° gennaio al 24 giugno 2007 si sono verificati complessivamente 1.222 incendi boschivi che hanno percorso 6.375 ettari, di cui 4.287 boscati e 2.088 non boscati – spiega il Cfs - Rispetto allo stesso periodo del 2006 quando i roghi erano stati 1.506, si assiste a un calo del 20% del numero degli incendi. In vistosa riduzione (-40%) anche la superficie totale percorsa dalle fiamme che passa da 11.350 ettari del 2006, agli attuali 6.375. Diminuiscono del 10% le superfici boscate andate in fumo (4.791 ettari nel 2006 contro i 4.287 del 2007) e del 70% quelle non boscate (6.559 ettari nel 2006 contro i 2.088 del 2007)».

Ma questo inizio d’estate ventilato potrebbe diventare molto pericoloso: le scarse precipitazioni invernali e primaverili sembra si stiano facendo sentire, con l’aumento del rischio di incendi nelle regioni più interessate dalla siccità. Fino alla fine di giugno la regione più colpita dagli incendi era il Piemonte con 217 incendi boschivi dall’inizio del 2007 ed anche la più vasta superficie boscata distrutta: 1.690 ettari, seguivano la Lombardia con 136, la Toscana (132), la Liguria (117) e la Campania (102).

Ma in questi giorni il trend sembra ribaltarsi, le regioni più colpite sono quelle centro-meridionali ed il record più recente di incendi è in provincia di Caserta. «La ripartizione geografica delle fiamme non deve stupire – spiegano al Corpo forestale dello Stato - gli incendi boschivi invernali colpiscono con maggiore frequenza il nord Italia, mentre quelli estivi il centro-sud del Paese».

Nel 2005 il primato per il maggior numero di ettari divorati dalle fiamme spettava alla Sardegna (13.416 ettari), seguita dalla Sicilia (8.589 ha). Nelle grandi isole italiane si sono registrati 3.734 incendi boschivi che hanno distrutto più di 22 mila ettari di territorio, circa la metà del totale nazionale. Il terzo posto va alla Calabria con 6.922 ettari tra boschi e coltivi in fiamme. Le regioni Marche erano quelle ad aver subito meno perdite: solo 38 e 31 ettari di superficie percorsa dal fuoco.

«La lotta agli incendi boschivi rappresenta per la Forestale un’indiscussa priorità – spiega il Capo del Corpo forestale dello Stato Cesare Patrone – perché va a tutelare ecosistemi tanto delicati quanto preziosi, e le tante economie locali che sul rispetto e la valorizzazione dell’ambiente fondano le loro radici. Anche le amministrazioni locali, però, devono fare la loro parte, e dotarsi del catasto delle aree percorse dal fuoco, l’unico strumento veramente efficace per azzerare la possibilità di speculazione sulle aree incendiate. Noi possiamo aiutare i comuni in questo adempimento fondamentale. Siamo in grado, infatti, di fornire alle amministrazioni che ne facciano richiesta, tutti i dati degli incendi boschivi rilevati sui territori di loro competenza. Un aiuto importante. Anche questa estate i nostri agenti saranno in prima linea nelle attività antincendio, e nel controllo del territorio. Intensificate le attività del Nucleo Investigativo Antincendi Boschivi e degli oltre 1.100 Comandi Stazione attivi nella difficile opera di indagine, di repertamento delle prove e di contrasto degli incendi boschivi. Un’azione mirata ed efficace che non può prescindere dalla collaborazione tra istituzioni, cittadini e associazioni ambientaliste – conclude Patrone – anche per rompere quel muro di omertà che troppo spesso circonda gli incendiari».

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