[17/07/2007] Energia

Risparmiare (energia) conviene

LIVORNO. I tempi stringono. Entro e non oltre il 2012, in appena cinque anni, l’Italia dovrà abbattere le sue emissioni di anidride carbonica del 20%. Il Protocollo di Kyoto, infatti, ci impegna a ridurle di poco oltre il 6% rispetto ai livelli del 1990, mentre oggi, grazie a politiche della cicala, siamo oltre il 13% rispetto al 1990.

Inoltre Bruxelles ha stabilito che, entro il 2020, tra non più di 12 anni quindi, tutti i paesi dell’Unione Europea dovranno ridurre le loro emissioni del 20% rispetto al 1990. Per l’Italia significa il 30% rispetto alle emissioni attuali: un bel taglio.

Come faremo? Non c’è dubbio che dobbiamo cambiare paradigma energetico. E in ciò ci aiuta il «picco del petrolio», ovvero il fatto che l’estrazione del combustibile fossile ha raggiunto ormai la sua massima capacità e la produzione di olio nero inizia a declinare, proprio mentre nel mondo c’è una crescita della domanda energetica.

Dovremo, quindi, utilizzare un mix sempre più ricco e sempre più rinnovabile di fonti energetiche. Tuttavia non è solo sul fronte della diversificazione dell’offerta che dovremo agire. Ma anche e, soprattutto, sul fronte della domanda: dovremo ridurre la domanda energetica. La sfida è: consumare meno energia conservando e, magari, incrementando l’efficienza del sistema paese.

Non è un’utopia. Il risparmio energetico è il primo e, almeno per i prossimi anni, il principale per abbattere le emissioni di gas serra e assorbire senza traumi la crisi del petrolio. In un suo recente documento la Commissione europea sostiene che non solo l’Italia può realizzare un risparmio del 15% nei suoi consumi energetici entro i prossimi cinque anni. Ma che l’operazione può avvenire a costo negativo. Ovvero se realizza il risparmio energetico l’Italia ci guadagna in termini economici diretti. Se resta con le mani in mano, ci perde. È il costo della pigrizia, mentale prima ancora che fisica, quello che paghiamo all’inefficienza energetica.

Ma la strategia del risparmio non riguarda solo l’Italia o l’Europa. In un suo recente documento, l’American Solar Energy Society sostiene che gli Stati Uniti dovrebbero e potrebbero facilmente aderire ad un programma internazionale di riduzione del 60% o addirittura dell’80% delle emissioni – per contenere l’anidride carbonica entro quella concentrazione (450/500 parti per milione) che a sua volta consentirebbe di contenere l’aumento della temperatura media del pianeta entro i 2 gradi – anche perché il rispetto dell’agenda dei tagli fino al 2030 potrebbe essere conseguito a costo zero, o persino a costo negativo, mediante l’uso di tecnologie per fonti rinnovabili già esistenti e, soprattutto, mediante l’uso di tecnologie di risparmio energetico già esistenti.
In altri termini, risparmiare energia si può. E c’è pure da guadagnarci.

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