[18/07/2007] Rifiuti

L´Arpat aggiorna la mappa del Pcb presente in Toscana, record nel livornese

LIVORNO. Livorno continua ad essere la Provincia della Toscana con il maggior numero di apparecchi dichiarati contenenti Pcb (policlorobifenili): 660 apparecchi totali di cui 344 con concentrazione superiore a 500 ppm (pari all’81% del totale di 424 degli apparecchi di tale gruppo presenti in Toscana) e 316 con concentrazioni comprese fra 50 e 500 ppm.. Sono 2.163 gli impianti censiti di cui circa il 72% appartenenti a Enel.

Questa la fotografia della situazione regionale aggiornata al 31 dicembre 2006, data di scadenza della comunicazione biennale da effettuarsi alla sezione regionale del Catasto rifiuti gestita da Arpat. Obbligati a ciò sono i detentori di apparecchi contenenti Pcb per volume superiore a 50 ppm (50 mg/kg pari allo 0.005%).

Tali comunicazioni costituiscono l’inventario e le banche dati funzionali alla definizione dei programmi per la decontaminazione e lo smaltimento degli apparecchi contenenti le sostanze pericolosi.

I policlorobifenili sono inquinanti organici che l’ambiente non è in grado di assorbire per la loro struttura chimica e per le loro qualità fisiche. La sostanziale non infiammabilità, l’essere degli isolanti termici ed elettrici hanno giustificato il loro ampio uso commerciale fino agli anni settanta. Le miscele di Pcb sono state usate, infatti, come fluidi per condensatori e trasformatori, per scambio termico, per circuiti idraulici, lubrificanti e oli da taglio nonché come addittivi di vernici, pesticidi, carte copiative, adesivi, sigillanti ritardanti di fiamma e fissanti per microscopia.

Ma vista la loro persistenza nell’ambiente e la loro pericolosità, causa dell’allarme ambientale numerosi Paesi hanno proibito la loro produzione ed altri hanno innescato particolari strategie per la loro gestione.

In Italia il Dlgs 209/1999 – normativa di derivazione comunitaria – disciplina lo smaltimento di Pcb usati e la decontaminazione e lo smaltimento dei Pcb e degli apparecchi contenenti la sostanza ai fini della loro completa eliminazione attraverso l´incenerimento.

In recepimento della norma nazionale la regione Toscana ha emanato il “programma di decontaminazione e smaltimento degli apparecchi e dei Pcb in essi contenuti” con Decreto del Consiglio regionale n. 86 del 20 luglio 2004 il quale costituisce integrazione del piano regionale sulla gestione dei rifiuti. Inoltre la Toscana con la legge 62/2005 ha fissato obblighi più restrittivi in materia di decontaminazione e smaltimento rispetto a quelli nazionali. Prevede, cioè la dismissione di almeno il 50%degli apparecchi detenuti alla data del 31 dicembre 2002 entro il 2005; di almeno il 70% di quelli detenuti alla data del 31 dicembre 2002 entro il 2007. Prevede poi una sorta di dispositivo di “sicurezza” in caso di non adempimento entro i termini fissati delle percentuali indicate: la dismissione di tutti quelli detenuti alla data del 31 dicembre 2002 entro il 31 dicembre 2009.

Per quanto riguarda, invece lo smaltimento dei trasformatori la regione non si discosta della legge nazionale: non prevede concentrazioni di Pcb inferiori (fra lo 0,05% e lo 0,0005% in peso) nè condizioni diverse per lo smaltimento (utilizzazione del trasformatore prima dello smaltimento solo se in buono stato funzionale, non presentano perdite ed i Pcb sono conformi alle norme od alle specifiche tecniche relative alla qualità dieltettrica).

Il risultato è che rispetto agli obiettivi nel 2005 restano ancora da smaltire 258 apparecchi e rispetto all’obiettivo del 2007 ad oggi restano da smaltire ancora 188 apparecchi.

Naturalmente stiamo parlando di una parte dei rifiuti speciali-pericolosi che non sappiamo dove e come trattare e smaltire in Toscana e che spediamo fuori regione. Anche piccole quantità di questo tipo di rifiuti hanno un potenziale impattante stratosfericamente più elevato di quello dei rifiuti urbani sui quali, soli, si incentra l´attenzione monomaniacale dell´opinione pubblica e dei media.

La regione per quanto riguarda le fasi della loro gestione, della raccolta, del trasporto e del recupero qualcosa fa, ma rimane totalmente carente sullo smaltimento.

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