[19/07/2007] Energia

Artusa: il Pier è pronto per andare in giunta

LIVORNO. Lunedì 23 luglio dovrebbe finalmente essere il giorno del Pier, il piano energetico regionale tanto invocato da ambientalisti e cittadini, ma anche dalle imprese che attendono di conoscere quali sono le regole del gioco per quanto riguarda gli investimenti, soprattutto in fatto di impianti per le energie rinnovabili. Il passaggio in giunta sarà importante ma per arrivare all’approvazione finale del Pier si dovrà attendere ancora diversi mesi, anche se l’assessore all’ambiente Marino Artusa confida di giungere a compimento dell’opera entro il prossimo autunno.

Assessore, nei giorni scorsi ha anticipato alcune informazione su questo. Può spiegarcele nel dettaglio?
«All’interno del Pier che stiamo ormai rifinendo nei dettagli sono contenuti diversi progetti. Il primo riguarda i capannoni fotovoltaici e si tratta di un percorso innovativo che vuole coniugare lo sviluppo delle energie rinnovabili al risanamento ambientale: il bando infatti incentiverà la copertura a pannelli fotovoltaici di magazzini e capannoni, privilegiando le situazioni in cui contemporaneamente si attiva una bonifica dall’amianto. L’obiettivo finale è di raggiungere i 200 megawatt di capannoni fotovoltaici nel 2010 e i 500 megawatt nel 2020.
Sempre sul fotovoltaico lanceremo il progetto un megawatt per ogni comune, opportunità in questo caso rivolta non ai privati ma al pubblico: vorremmo cioè che ognuno dei 187 comuni toscani attivasse almeno un megawatt di fotovoltaico inserendo questa opzione nella ristrutturazione o riqualificazione che si renderà necessaria volta per volta in qualche edificio di sua proprietà».

Dove si trovano le risorse?
«Già la finanziaria 2007 ci aiuta molto da questo punto di vista, ma attingeremo anche da diversi altri campi, per esempio dai fondi Docup. Le risorse di fatto in gran parte ci sono già e infatti spero per esempio che per il progetto dei capannoni fotovoltaici si riesca a partire già nel giro dei prossimi 6 mesi».

Nei giorni scorsi ha parlato anche di un conto energia toscano.
«Esatto, la mia proposta è di chiamare tutta la società a un grande sforzo verso le rinnovabili, e per questo abbiamo pensato di attuare un conto energia non certo alternativo, ma in aggiunta a quello nazionale. In modo che se anche quello nazionale dovesse esaurirsi i cittadini toscani potranno comunque fare affidamento su finanziamenti e agevolazioni. Per far questo stiamo già prendendo accordi con il sistema creditizio, perché le banche sono le prime a dover rispondere alla sfida delle fonti di energia rinnovabile».

Il Pier è molto atteso anche per avere regole certo su eolico e biomasse. Oggi assistiamo al paradosso di avere proprio da parte del mondo ecologista due distinte proposte di moratoria su queste due fonti rinnovabili (dai Verdi per le biomasse non da filiera corta, da Italia Nostra e Lipu per l’eolico). Il Pier farà finalmente chiarezza?
«La questione dell’eolico è in effetti delicatissima: è una strada che va intrapresa assolutamente ma garantendo la tutela soprattutto dal punto di vista del paesaggio. I nostri tecnici sono già al lavoro per sovrapporre alla carta del vento una sorta di black map (area nera), cioè una mappa in cui sono ben evidenziate le aree in cui non è possibile fare l’eolico, o per questioni di tutela del paesaggio, o perché inserite in aree protette o per altri motivi che saranno ravvisati. La redazione di questa black map andrà di pari passo con il Pier e quindi per l’autunno dovrebbe essere tutto pronto. Contemporaneamente stiamo predisponendo le linee guida generali dal punto di vista autorizzativi: il grande eolico continuerà ad essere soggetto a Via, con regole più rigorose, ma una volta ottenuta la via la procedura sarà molto più semplice e veloce. Per quanto riguarda il minieolico invece le procedure saranno semplificate al massimo, così come per l’eolico offshore, che presenta condizioni meno critiche rispetto ai problemi del paesaggio».

E sulle biomasse?
«L’ho ripetuto anche l’altro giorno a Piombino ai ministri Mussi e Pecoraro: noi come Toscana non accetteremo mai né carbone né biomasse da filiera lunga. Ed ho insistito perché anche a livello nazionale il governo prendesse posizione proprio sulla questione della filiera lunga, perché l’Italia e la Toscana non possono incentivare la distruzione delle foreste del Borneo o del Sudamerica importando biomasse vegetali oleose: la filiera deve essere corta e sfruttare le risorse del territorio».

Lo ha detto anche al sindaco di Piombino Anselmi, visto che a Montegemoli sorgerà una centrale a biomasse da 22 MW che importerà olio di Palma dall’Indonesia, e visto che il sindaco Anselmi a greenreport un paio di settimane fa ha dichiarato che la filiera corta è irrealistica?
«L’argomento in effetti l’altro giorno è stato appena accennato dal sindaco, ma sinceramente non penso che la cosa sia stata già decisa».

La conferenza dei servizi della Provincia di Livorno ha dato l’ok e l’operazione viene data ormai per certa.
«In tal caso devo assolutamente informarmi con il sindaco, ma spero davvero che non sia come dice lei, sarebbe un’assurdità. Il progetto di riconversione a biomasse dell’ex zuccherificio Sadam di Castelfiorentino, per esempio, sono riuscito a fermarlo proprio perché non prevedeva una filiera corta. E comunque lo ripeto, anche per evitare spiacevoli situazioni come questa è necessaria una presa di posizione chiara anche da Roma».

(db)

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