[20/07/2007] Comunicati

Onu: il baratro tecnologico tra ricchi e poveri impedisce uno sviluppo sostenibile

LIVORNO. La Conferenza dell’Onu sul commercio e lo sviluppo (Unctad) ha presentato il suo rapporto 2007 sui Paesi meno avanzati (Pma) “Sapere, apprendimento tecnologico e innovazione”, dal quale emerge come esigenza fondamentale quella di colmare il baratro tecnologico se si vuole davvero combattere la povertà. Secondo l’Unctad «i 50 Paesi meno avanzati del mondo, 31 dei quali sono in Africa, non possono aspettare di raggiungere il livello di crescita economica necessario per ridurre la povertà se le imprese e lo sfruttamento agricolo nazionali non porteranno le conoscenza e le tecnologie che permettano loro di recuperare i ritardi in rapporto al resto del mondo».

Nel corso di una conferenza stampa alle Nazioni Unite a New York, Calestous Juma, specialista di sviluppo internazionale e professore all´università di Harvard, ha spiegato che, dopo aver messo l’accento sull’educazione di base in Africa, è giunto il momento di passare a programmi di formazione e ricerca universitaria e di sviluppo scientifico e tecnologico.

Se i Pma non possono essere sicuramente l’avanguardia della tecnologia, é però necessario introdurre prodotti e processi nuovi alla base del commercio interno, come risorsa di innovazione estremamente importante sia per lo sviluppo delle imprese che per la comunità nazionale.

«Questa forma di innovazione – ha detto Juma – è al centro della diversificazione economica e dell´accrescimento della produttività», ma rappresenta anche un’occasione per applicare scienze e tecnologie allo sviluppo sostenibile.

Il rapporto considera che, generalmente, una maggior apertura al commercio internazionale ed agli investimenti è una maniera per i paesi in via di sviluppo per accedere alle nuove tecnologie, ma la protezione rigorosa della proprietà intellettuale frena i progressi tecnologici nei Paesi più poveri . I Pma ed i loro partners per lo sviluppo tecnologico – sottolinea l’Unctad – dovrebbero far ricorso a nuovi meccanismi per promuovere il progresso tecnologico».

Un progresso che, alla luce delle attuali tendenze, non è stato realizzato e l’Unctad spera che la maggioranza dei Paesi più poveri si dotino di una base tecnologica solida e percorribile entro il 2013, la scadenza fissata per mettersi in conformità con le norme internazionali. Per questo, secondo il rapporto, «il regime di proprietà intellettuale dovrà essere adattato ai bisogni ed alle condizioni proprie di questi Paesi», altrimenti il loro sviluppo economico resterà bloccato.

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