[20/07/2007] Comunicati

La holding toscana e i guastafeste maremmani

FIRENZE. Sono fortemente contrario alla costituzione della cosiddetta holding regionale dei servizi pubblici e non mi meraviglia che altri Maremmani mi abbiano raggiunto, nel ruolo di "guastafeste" dell´operazione.

La holding rappresenterebbe tutto il contrario del nostro programma liberale di sempre: ritiro dalla politica dai territori occupati, liberazione dell´economia toscana dall´invadenza delle cricche di partito, smantellamento del sistema delle partecipate, dove si annidano i veri indecenti costi della politica.

Stiamo combattendo una battaglia politico-culturale ormai pluriennale, contro il sistema delle partecipate. Battaglia che, da settembre sarà rilanciata, comune per comune, da Forza Italia, dalla Casa delle libertà e dall´intero arco dell´opposizione civica e liberale.

I servizi pubblici dei comuni toscani, insieme con gli annessi immensi patrimoni, non sono mai stati privatizzati, ma solo spostati in società di diritto privato, il cui controllo è rimasto saldamente in mano agli uomini forti del Centrosinistra, i sindaci dei principali capoluoghi, in rappresentanza dei partiti del “regime”, le oligarchie del Sessantennio.

Con la forma giuridica privata, ci si è messi al riparo dal controllo politico delle opposizioni e dell´opinione pubblica, senza ovviamente nemmeno sognarsi di sperimentare o introdurre nuove forme di controllo, per esempio, da parte dei cittadini consumatori.

Intere nomenklature politiche sono state trasformate in un personale “dirigente” che in questa ennesima reincarnazione – stile postcomunismo alla cinese - del “socialismo toscano”, non sono da meno, quanto a privilegi e irresponsabilità, dei boiardi di stato dei bei tempi andati.

Non sono state fatte gare o appalti per far arrivare sul nostro territorio nuovi gestori. Non si è fatto nulla per aumentare la concorrenza. Non si è fatto nulla per stimolare la qualità dei servizi o per ottenere l´abbassamento delle tariffe. Non si è promossa alcuna imprenditoria locale, anzi, ci si prepara a mettersi a rimorchio di carrozzoni nazionali, i cui azionisti di riferimento sono ancora sindaci, solo molto più importanti di Fontanelli, Romagnoli, Cenni, perché si chiamano, per esempio, Veltroni.

Con l´unificazione delle tante Spa in una sola holding regionale, si otterrebbe nient´altro che il perfezionamento del sistema: una catena di comando più lunga e quindi più facile da controllare da parte di un ristrettissimo vertice di uomini di regime; si potrebbero nascondere nelle maggiori dimensioni le inefficienze, le incapacità, le esose tariffe; si precostituirebbe una posizione di preminenza sul mercato toscano, tale da scoraggiare nuovi operatori o aspiranti concorrenti, sia locali che provenienti dal resto d´Europa.

L´operazione ha un qualche fascino machiavellico, devo riconoscerlo. Le oligarchie del Centrosinistra, in questo modo, resterebbe al potere per generazioni, anche se - come forse non è più così impensabile - i Toscani, nei prossimi due o tre anni, decidessero di spazzare via con il voto tutte le vecchie giunte rosse della Toscana.

Aggiungo la preoccupazione che i leader della vecchia sinistra toscana, quelli più spregiudicati nell´usare le armi della propaganda e della demogogia, potrebbero persino spacciare la holding come una operazione di “riduzione dei costi” degli apparati pubblici e politici. Oltre al danno, per i Toscani, anche una beffa. Non so se ci riusciranno, perché la nostra pressione sarà continua e perché c´è un limite a tutto, anche all´ipocrisia.

Il ruolo di “guastatori” della bella festa della fondazione della holding, assunto dagli esponenti del Centrosinistra grossetano, Scheggi e Bonifazi, di cui ritengo la pressione esercitata dalla nostra opposizione abbia un qualche merito, mi fa sperare che si stia arrivando alla frutta, cioè alla fine della “grande abbuffata” di potere e di posti di cui si è resa sin qui protagonista la vecchia sinistra toscana.

*consigliere regionale della Cdl

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