[23/07/2007] Energia

Risparmio di energia, rinnovabili e obiettivi possibili

LIVORNO. Secondo il Sole24Ore, l’Italia ben difficilmente raggiungerà entro il 2020 il 20% di produzione di energia da fonti rinnovabili. Nell’inserto “Norme e tributi”, si può leggere una mezza pagina dedicata all’argomento. Il pezzo portante (“Emissioni ridotte di un quinto nel 2012”) mette in luce le difficoltà del nostro paese per quanto riguarda il rispetto del protocollo di Kyoto, ma anche per quelli fissati dall’Ue sempre per il 2020 (riduzione del 20%). Il punto è che ai livelli dei trend di consumi energetici attuali c’è il rischio che, nella migliore delle ipotesi, quei traguardi vengano raggiunti ma sulla riduzione dell’aumento. E comunque, secondo i calcoli del Sole, le fonti rinnovabili nostrane non potranno portare più del 15,3 per cento del fabbisogno italiano di energia elettrica. Ne abbiamo parlato con Gianni Silvestrini (Nella foto), direttore di Qualenergia e consulente del ministero dello sviluppo economico.

«Circolano diverse elaborazioni sulla materia – comincia Silvetrini - e tra queste ci sono effettivamente quelle di chi sostiene valutazioni pessimistiche. Dopodiché io ritengo che questi vincoli, come ha detto la Merkel, siano invece un’occasione e uno stimolo perché l’Ue diventi leader nel campo delle energie rinnovabili. E l’Italia può dare il suo contributo. E’ significativo, infatti, il risultato ottenuto dall’appello alle Pmi lanciato dal ministero dello sviluppo economico con Industria 2015. Si richiedevano progetti di innovazione tecnologica legati all´ambiente e ne sono arrivati oltre mille. Questo significa qualche migliaio di imprenditori interessati, perché i progetti presentati erano sostenuti almeno da due imprenditori ciascuno. Dunque ritengo che il settore delle energie rinnovabili, che va stimolato dallo Stato perché diversamente non cresce, possa portare entro 3-5 anni a far recuperare all’Italia il suo ritardo storico nel campo».

I numeri però sono molto ambiziosi.
«Sì, perché si tratta di triplicare la quota di produzione attuale entro 12 anni. Ma con un salto tecnologico legato alla diffusione rapida e su larga scala del solare, della geotermia, dell’eolico off shore, delle biomasse, si possono ottenere grandi risultati».

Ma non crede che, al ritmo attuale di crescita della domanda di energia, ci sia il rischio che quella percentuale di produzione da fonti rinnovabili diventi davvero irraggiungibile, almeno senza un fortissimo intervento sul risparmio energetico?
«Su questo sono ancora più fiducioso, perché le possibilità in Ue in questo campo e anche in Italia sono molto ampie. Il grosso vantaggio infatti è che i costi per l´efficienza energetica sono favorevoli, cosa che ancora non vale per le rinnovabili. Quindi, su questo piano e su quello dell’innovazione tecnologica che dicevo prima, l’Italia ha la possibilità di costruire l’industria del futuro».

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