[23/07/2007] Rifiuti

Disinquinare i terreni con la citronella australiana

LIVORNO . Alcuni botanici dell’università australiana di Flinders, ad Adelaïde, hanno scoperto che tre specie di piante autoctone possono non solo germogliare e sopravvivere in suoli contaminati da diesel e petrolio, ma anche stimolare la degradazione degli inquinanti. Mettendo a confronto la crescita delle tre specie tolleranti in terreni non contaminati e in altri inquinati con una miscele di 0,5% ed un 1% di gasolio e olii minerali hanno ottenuto risultati sorprendenti: lo sviluppo dell’apparato radicale di una delle specie, in particolare un’erba perenne, la citronella Cymbopogon ambiguus (nella foto), é risultata la migliore nei suoli più inquinati, mentre le radici di tutte e tre le piante tolleranti incoraggiano la proliferazione di batteri con capacità di degradare e trasformare i contaminanti: in due mesi le colonie di batteri erano aumentate di 100 volte e di mille volte dopo 4 mesi. Il fenomeno sembrerebbe dovuto alla secrezione di composti organici da parte delle radici che stimolano l’attività dei micro-organismi.

La Cymbopogon ambiguus trasforma gli inquinanti più rapidamente delle altre specie, ma l’utilizzo di tutte e tre le piante australiane per la bonifica dei suoli inquinati sembra ugualmente promettente per la riabilitazione di suoli minerari contaminati da carburanti ed olii minerali provenienti dai mezzi di trasporto e da macchinari.

Per l’Australia questo significherebbe che non ci sarebbero rischi ecologici legati all’introduzione di specie esotiche nei siti minerari e la disponibilità di un metodo interessante anche dal punto di vista economico, visto che l’impianto delle tre specie risulta poco costoso e facile da effettuare. Gli altri Paesi dovranno rivolgersi probabilmente a specie simili per poter ottenere gli stessi risultati sui suoli superficiali inquinati.

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