[24/07/2007] Rifiuti

La commissione d´inchiesta: Rivedere i parametri puntando sulla raccolta differenziata effettivamente riciclata

FIRENZE. La Commissione d’inchiesta sulla raccolta differenziata dei rifiuti ha presentato stamani la relazione conclusiva uscita all’unanimità dalla commissione, presieduta da Andrea Agresti (An) e coadiuvato dai vicepresidenti Luca Titoni dell’Udc e Alfonso Lippi dei Ds.

«Tutto il sistema della raccolta differenziata e della certificazione diventa vulnerabile se non si è certi del dato iniziale – si legge nella conclusione - È necessario quindi attivare iniziative legislative e di gestione per arrivare a dotare i centri di raccolta di un sistema di pesatura informatico e telematico, al fine di consentire certezza sui dati e tracciabilità del rifiuto che determinerebbero una tempestiva certificazione della raccolta stessa».

La seconda considerazione proposta dalla commissione d’inchiesta è che «l’obiettivo di raggiungere la quota prefissata di raccolta differenziata così come oggi stabilita, posta in termini di sanzione, favorisce l’elusione della norma e gli interventi di manipolazione del dato. Sarebbe necessaria un’applicazione scaglionata del tributo regionale che non penalizzi troppo chi sta appena al di sotto della quota percentuale di raccolta differenziata da raggiungere».

Allo stesso tempo secondo la relazione approvata all’unanimità dalla commissione istituita oltre un anno e mezzo fa sulla scia del caso-Geofor, «esiste uno scarto notevole tra ciò che viene certificato come raccolta differenziata e ciò che diventa davvero recupero e riciclo. Riteniamo pertanto che sia necessario rivedere i parametri puntando sulla raccolta differenziata effettivamente riciclata.
Pensiamo infatti che la certificazione debba avvenire quando effettivamente si conclude il processo di recupero e riciclo, nel rispetto della norma che è molto precisa su questo punto e parla di recupero di materia e non di raccolta di materia.
In questa ottica ha un senso fissare traguardi ambiziosi come quello della raccolta differenziata al 55%. Il raggiungimento di questi risultati, però, è gravato da costi che, se non portano ad un recupero effettivo che tenda al riciclo totale, diventano un ulteriore spreco di risorse, aumentando, indipendentemente dalla volontà, il costo delle tariffe a carico dei cittadini».

Un’altra riflessione importante è quella relativa ai rifiuti assimilabili (Rsau), che finalmente da qualcuno vengono presi in considerazione. «I rifiuti assimilabili – si legge nella relazione - finiscono per gonfiare abbondantemente i dati percentuali della raccolta differenziata. Rispetto all’altro obiettivo della Regione, relativo alla diminuzione del 15% della produzione dei rifiuti, è necessario avere il quadro conoscitivo dei rifiuti assimilati all’urbano dai vari regolamenti comunali al fine di individuare linee guida ai comuni sui rifiuti assimilabili e linee di indirizzo per la chiusura del ciclo. A tal fine è opportuno che la Regione Toscana assuma idonee iniziative a livello nazionale perchè i criteri relativi alla raccolta differenziata siano omogenei e, al riguardo, venga costituita una tabella unica dei rifiuti per stabilire cosa proviene realmente dall’urbano».

I dati raccolti durante i lavori della Commissione e allegati alla presente relazione potranno essere utili per maggiori valutazioni non solo per la Giunta regionale ma anche per la Sesta Commissione “Territorio e Ambiente” .

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