[24/07/2007] Aria

Smog, come diventare un sindaco coraggioso con dieci azioni

LIVORNO. Dopo i primi 5 mesi del 2007 già il 60% delle città italiane fuorilegge. I sindaci siano più coraggiosi e adottino politiche per interventi strutturali. Legambiente parte da qui per commentare la notizia dell’indagine avviata – proprio su denuncia dell’associazione ambientalista - nei confronti del sindaco di Palermo Diego Cammarata per non aver adottato le misure necessarie a contrastare l’inquinamento atmosferico. E coglie l’occasione anche per presentare il suo decalogo per i sindaci coraggiosi.

«Il problema dell’inquinamento atmosferico – ha detto Roberto Della Seta, presidente nazionale di Legambiente - sta diventando ogni giorno più grave, non solo a Palermo. I sindaci non possono continuare a affrontare il problema con interventi spot. Ormai tutti concordano sul fatto che l’imputato numero uno dello smog in città sia il traffico veicolare privato, per questo è necessario ridurlo incentivando il trasporto pubblico».

Dall’inizio dell’anno fino alla fine di maggio, Legambiente ha monitorato settimanalmente i livelli di PM10 in 74 capoluoghi di provincia italiani e i risultati non sono confortanti. Quasi il 60% dei capoluoghi controllati – come detto in precedenza - ha oltrepassato la soglia dei 35 giorni di superamento del limite giornaliero di 50 microgrammi/m3, con 9 capoluoghi che hanno superato di oltre il doppio il limite. Tutte le principali città italiane monitorate hanno sforato: Torino (96 giorni di superamento), Venezia (91), Roma (69), Milano (68), Bologna (65), Palermo (49), Napoli (39), Firenze (39). Sono poche le città che al 31 maggio riescono a rimanere al di sotto dei 10 superamenti, il 22% del totale.

«E’ tempo di avviare soluzioni strutturali che riescano a risolvere il problema nel lungo periodo – aggiunge Della Seta – con un impegno più deciso del governo e delle amministrazioni locali nell’invertire i termini dell’attuale sistema di mobilità. La priorità è migliorare il trasporto pubblico in città e potenziare il trasporto su ferro lungo il Paese. Purtroppo continua a mancare il pragmatismo dei sindaci di fare scelte concrete come succede invece in altre città europee».

Ecco dunque il decalogo:

1.Favorire i mezzi pubblici con corsie preferenziali e percorsi in sede protetta su tutte le vie di accesso alle città: l’obiettivo deve essere quello di trasformare in corsia preferenziale almeno il 50% della rete di trasporto pubblico cittadino;

2.Diversificare le tariffe dei parcheggi a pagamento, aumentando i ticket nelle zone meglio servite dai mezzi pubblici;

3.Introdurre un sistema di pedaggio per l’ingresso nei centri storici (road pricing);

4.Incentivare l’uso di taxi collettivi, car-sharing, bus a chiamata, car-pooling: differenziare, in sostanza, l’offerta di trasporto mediante l’introduzione, la valorizzazione e il potenziamento di alcuni servizi;

5.Promuovere la mobilità ciclabile realizzando piste non solo per lo svago;

6.Istituire zone a traffico limitato che abbraccino integralmente i centri storici cittadini e realizzare un’isola pedonale in ogni quartiere;

7.Individuare strade dove vietare la sosta e la fermata, lungo le arterie di maggior traffico al fine di fluidificare la circolazione;

8.Aumentare il numero dei convogli ferroviari che collegano i paesi limitrofi alle città capoluogo e incentivare il loro utilizzo con agevolazioni ai cittadini;

9.Intensificare l’attività di controllo dei vigili urbani.

10.Attuare una corretta pianificazione territoriale con l’obiettivo di realizzare un’armonica e funzionale integrazione tra tutte le modalità di trasporto: auto, metro, tram, ferrovie locali, taxi, bus, biciclette, pedoni. Ad esempio ricorrendo a sistemi tariffari integrati e a forme di pagamento più comode e innovative (smart card, biglietti elettronici, ecc.).

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