[25/07/2007] Acqua

Blue book fotografa i servizi idrici italiani (ma solo a livello quantitativo)

ROMA. E’ stata presentata stamani la terza edizione di “Blue Book. I dati sul servizio idrico integrato”. Il volume curato annualmente da Utilitatis (Istituto di ricerca fondato da FederUtility), con il contributo dell´Anea (Associazione nazionale degli enti d´ambito), riporta l’analisi dei documenti di pianificazione del servizio idrico integrato (noti come Piani d’ambito) redatti dagli enti di regolazione, le Autorità d’ambito territoriale ottimale (ATO).

L’analisi, secondo quanto affermano i promotori, è utile per valutare le principali dinamiche che caratterizzano l’evoluzione del processo di riforma del servizio idrico integrato avviatosi con l’approvazione della legge Galli ( n. 36/94). Sono stati analizzati 96 piani di ambito su un totale di 99 complessivamente approvati. In questi ambiti risiedono oltre 50 milioni di persone pari a circa il 90% della popolazione nazionale. Molte regioni sono integralmente inserite nell’analisi e tra queste la Toscana.

Cosa ci dicono i dati? Per quanto attiene la copertura del servizio: siamo al 95,8% per l’acquedotto, al 84,2% per la fognatura e per il servizio di depurazione la copertura è pari al 69,1% (con una potenzialità complessiva pari a 46.498.069 abitanti equivalenti). Per quanto riguarda la previsione di spesa totale, dati elaborati rispetto a quelli osservati su singola area, l’impegno è di 61,6 Mln/€ con una previsione di contributi pubblici che si attesta a 6,9 miliardi di €. Questo dato fornisce, indirettamente, il fabbisogno finanziario per l’intera filiera, necessario al sistema industriale idrico per i prossimi trenta anni e pianificato dagli Enti di ambito. Lo sviluppo tariffario parte da un valore al 2007, pari a 1,19 €/mc che passa a 1,32 €/mc al 2010 (con un incremento di circa il 10%), per poi crescere fino al 2020, raggiungendo un valore pari a 1,51 €/mc (corrispondente ad un incremento di circa il 26,9% rispetto al 2007).

La crescita tariffaria appare essenzialmente dovuta alla progressiva attuazione dei programmi di intervento e della connessa spesa per investimento. Sulle tariffe pesano in modo significativo gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria. Tra queste voci, una parte importante è rappresentata dal debito pregresso a carico agli Enti Locali che rappresenta il 45% dell’ammontare complessivo al 2007. Altri aspetti interessanti che emergono dal rapporto riguardano gli affidamenti.

Sui 64 rilevati al 30 giugno 2007, la maggior parte è a società a capitale pubblico o in house (29); una diffusione minore si riscontra per la scelta dell’affidamento a società a capitale misto pubblico privato (15) oppure affidamenti transitori/plurigestioni/in salvaguardia (15) che si registrano nel Nord Italia e soltanto 5 sono gli affidamenti in concessione a società di capitali. Da questi primi dati intanto emerge che per la copertura del servizio siamo ancora indietro, almeno per la depurazione.

Inoltre considerando validi tutti gli investimenti previsti, altro elemento che emerge dal rapporto, è la necessità di ricorrere ad uno sforzo collettivo nuovo, dato che attualmente la mano pubblica e la sola tariffa non possono coprire tutta la necessità di investimenti di qualità. Questo se vogliamo, da una parte, adeguarsi agli standard della normativa europea e dall’altra, adeguare il servizio a standard “normali” per un paese civile. In alcune parti della Sicilia i cittadini non hanno acqua potabile in casa e sono costretti a rifornirsi dal settore privato: quello delle autobotti e delle minerali.

Quindi il dato più importante da rilevare è che questo tipo di indagine pur effettivamente utile, fornisce un quadro solamente quantitativo: efficienza ed efficacia di gestione (in qualunque forma essa sia) non si delinea, come del resto nemmeno l’opportunità e la qualità di alcuni investimenti per le infrastrutture in rapporto a costi-benefici che comprendano anche una contabilità ambientale. Attraverso l’utilizzo di specifici indicatori, questa analisi non può essere ulteriormente rimandata, in un contesto che veda a breve, ci auguriamo, una riforma normativa integrata di tutto il settore delle acque.

Torna all'archivio