[27/07/2007] Rifiuti

Animali, reperti archeologici, fiumi e boschi nel mirino delle ecomafie

FIRENZE. Se cemento e rifiuti la fanno da padrone nel campo delle ecomafie, non bisogna dimenticare altri due settori che rivaleggiano con il traffico di droga per facilità di guadagno: il traffico di animali protetti e quello di reperti archeologici. Se lo è ricordato Legambiente Toscana che, nel presentare “Ecomafie 2007” evidenzia che «sebbene i dati a disposizione siano meno dettagliati di quelli disponibili per le passate edizioni, confermano che il traffico di animali si concentra nei mesi tra maggio e settembre. Rispetto al rapporto dello scorso anno però, alcune cose sono cambiate. In particolare, se il rapporto 2006 evidenziava come la Toscana fosse, a pari merito con la Campania, la regione a più alta intensità, in Italia, di attività connesse con il commercio di fauna selvatica, quest´anno le prime tre regioni ad occupare le prime tre posizioni della classifica nazionale sono, a pari merito, Liguria, Lombardia e Puglia, con più del 15% dei casi segnalati».

La Toscana è soprattutto luogo di lavorazione di pelli e parti di animali per fabbricare calzature e borse fossero particolarmente intense, ma anche per il commercio di animali protetti imbalsamati o di avorio.

Per quanto riguarda i furti d’arte la Toscana è quinta e i reati di questo tipo sono scesi dai 110 del 2005 ai 102 del 2006.
Per quanto riguarda le illegalità connesse ai fiumi, Toscana è la terza regione in Italia, dopo Lazio ed Abruzzo, per infrazioni penali e amministrative somministrate.

Cauto ottimismo per quanto riguarda gli incendi in Toscana: «pur registrando il sesto posto in classifica della regione, mostra di essere migliorata nel tempo – spiega il presidente del Cigno verde toscano Piero Baronti - Rispetto al 2003 il numero di incendi appare dimezzato e, considerando che il 97% degli incendi sono causati dall´uomo, ciò è dovuto in primis ad un impegno forte in attività di prevenzione e informazione.
Purtroppo il 60% delle volte i fuochi non nascono per accidentalità o comunque per colpa, ma sono appiccati con dolo. Tra questi continuano ad esistere incendi dovuti a tentativi di accrescimento di vantaggi personali. La realizzazione del catasto delle aree percorse dal fuoco, chiesto dalla l. 353/00 in modo da applicare con esattezza i vincoli del caso, che vanno dal divieto, per alcuni anni, di modificare la destinazione d’uso dell’area, all’impossibilità di realizzare edifici, esercitare la caccia o la pastorizia, può essere un serio passo avanti nello scoraggiare tali atti e su questo i Comuni della Toscana sono, dopo quelli della Liguria, i più pronti nella ricezione della normativa».

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