[31/07/2007] Comunicati

Della Seta: «Su politica energetica e Protocollo di Kyoto questo governo si distingue dal precedente»

LIVORNO. Ventuno associazioni ambientaliste hanno inviato una lettera al governo Prodi, richiamando impegni programmatici, ritardi, procedure di infrazioni europee incombenti, ma la situazione è così preoccupante?
Lo chiediamo ad uno dei firmatari di maggior peso associativo, il presidente di Legambiente Roberto Della Seta (Nella foto).
«Si tratta di una lettera collettiva – risponde Della Seta - , dove ognuno ha portato le proprie priorità e le proprie preoccupazioni. Una sollecitazione al governo a muoversi presto e bene».

E le vostre priorità quali sono?
«Il tema che preoccupa più Legambiente è quello della politica delle infrastrutture, soprattutto per il ruolo che sta giocando il ministro Di Pietro che ripropone i contenuti della legge obiettivo, privilegiando le autostrade al posto delle ferrovie. Di Pietro non ha mostrato il minimo segno di discontinuità con il precedente governo di centro-destra. La politica infrastrutturale non può essere lasciata alla visione vecchio stile del solo Di Pietro, serve nel governo Prodi uno scatto di collegialità, invece Di Pietro sembra un replicante di Lunardi».

Ma va tutto male?
«No, ci sono segni di cambiamento, soprattutto nella politica energetica, sugli impegni a ridurre lo spreco energetico e ad applicare il Protocollo di Kyoto, ed anche per alcune scelte sulle modifiche da apportare al Codice ambientale, anche se vedo molte difficoltà».

Ma non le sembra che proprio la discussione, i ritardi e la confusione e l’incertezza normativa che sta suscitando la modifica del Codice ambientale facciano parte del caos che produce comportamenti che poi magari vengono inseriti da Legambiente nei dossier sulle ecomafie?
«Sicuramente l’incertezza normativa favorisce comportamenti borderline e alcuni imprenditori non sono in grado di districarsi tra le normative che si accavallano, anche perché la 152 è molto complicata da cambiare, anche per i numeri che ci sono in Parlamento, dove occorre ottenere una maggioranza che metta insieme le diverse sensibilità ed idee di una risicata maggioranza per approvare le modifiche. Ma va anche detto che il governo non ha le idee chiare, al suo interno ci sono sulla modifica punti di vista molto diversi che complicano le cose».

Cosa vi preoccupa di più?
«Ci sono già esiti preoccupanti per quanto riguarda la Valutazione di impatto ambientale. Da oggi, 31 luglio, entra in vigore il testo del ministro Matteoli si Via e Vas, una cosa molto pericolosa, una vera e propria deregulation di tutto il settore. La Via diventa un controllo a posteriori che non garantisce nessuno e, non tenendo realmente conto della compatibilità ambientale di progetti ed infrastrutture, apre la strada a conflitti locali molto aspri come quelli della Val di Susa. La Via di Matteoli non è solo pericolosa, ma con la miope velleità di procedure più spedite renderà l’approvazione dei progetti più faticosa, renderà più difficile realizzare anche le iniziative necessarie. Nasceranno così altri comitati e conflitti, magari anche per progetti condivisi da Legambiente, quello che sta accadendo già oggi rischia di moltiplicarsi in una diffusa sindrome di Nimby»

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