[03/08/2007] Rifiuti

Normativa rifiuti: continua la confusione

LIVORNO. Il 20 luglio 2007 lo schema di decreto legislativo di revisione del testo unico ambientale in tema di acque, rifiuti e bonifiche è stato approvato dal Consiglio dei Ministri. Il nuovo testo molto diverso da quello approvato in ottobre, potrà subire altre modifiche durante il suo percorso verso la terza ed ultima approvazione dell´Esecutivo. Ed è proprio da qui in poi che potremmo cominciare a parlare di disposizioni definitive nella loro formulazione.

In una situazione ancora in divenire tante sono le posizioni, diverse le opinioni e varie le tendenze in ordine ai temi discussi quali le bonifiche, il deposito temporaneo dei rifiuti, il Mud, la definizione di sottoprodotti e materie prime seconde, il riutilizzo di terre e rocce da scavo.

E di tutto ciò ne abbiamo parlato con Maurizio Santoloci magistrato di cassazione, direttore della rivista online Dirittoambiente.it e membro della commissione ministeriale per la revisione della legge delega

«Siamo in una fase intermedia e proprio perché tutto è in evoluzione non c´è un testo scritto e definitivo. Ma c´è la tendenza alla dereguletion spacciata come semplificazione. La deregulation è andata sempre di pari passo con la spinta alla semplificazione nelle normative ambientali, ma non è la stessa cosa».

A che cosa si riferisce in specifico?
«Alla questione della tracciabilità del ciclo dei rifiuti connessa alla inevitabile struttura di collegamento con le documentazioni formali come il registro di carico e scarico, il formulario dei rifiuti ed il Mud».

Attualmente per il registro di carico e scarico la vidimazione non è più richiesta e la numerazione deve essere apposta direttamente dall´impresa. Il mantenere le cose in questo modo che cosa può significare?
«Le critiche mosse a tale documento sono state proprio quelle volte alla sua forma: documento cartaceo e formale. Ma in realtà è il pilastro della tracciabilità. Questo pezzo di carta rappresenta l´essenziale per identificare non soltanto l´inizio del ciclo dei rifiuti, ma durante il viaggio, durante le fasi intermedie e finali,ogni momento di movimentazione ed eventuale illegalità connessa a tale meccanismo.

Privarlo della vidimazione significa rendere il registro una raccolta di foglietti senza traccia passata, presente e futura sulla quale si può scrivere ed omettere quello che si vuole, modificandoli, integrandoli o eliminandoli a piacimento secondo le esigenze, i rischi, i controlli e le circostanze del momento. Il che significa ampliare il campo d´azione di chi vuole delinquere garantendo la massima operatività possibile e rendere più difficili i controllo da parte degli operatori».

Tutto questo inciderebbe anche sul controllo del deposito temporaneo?
«Per chi ha voluto spacciare stoccaggi abusivi iniziali o discariche abusive per innocui e regolari depositi temporanei ha certamente evitato del tutto di tenere il registro di carico e scarico o l´ha tenuto in maniera irregolare andando incontro al rischio minimo di una sanzione amministrativa e non penale per le ipotesi di reato che invece sarebbero state accertate a suo carico dalla lettura del registro. Dunque si perde a monte il rifiuto, non si rende possibile il monitoraggio e non si penalizza quello che è illecito».

Anche il formulario di identificazione dei rifiuti è un documento cartaceo e formale per il quale la normativa prevede l´obbligo di compilazione in tutte le sue parti già al momento della partenza del rifiuto. Nonostante abbia la funzione di accompagnare il rifiuto durante tutto il suo viaggio subisce le stesse pressioni?
«Si! Anche in questo caso sono forti le tendenze a semplificarlo. Ma anche tale documento ha una sua importanza. Pensiamo solo alla stessa valenza che il legislatore italiano, prima con il Decreto Ronchi e poi anche con Testo ambientale, gli attribuisce prevedendo una sanzione penale in caso di omessa tenuta per i rifiuti speciali».

Ed anche il mud -dichiarazione annuale riepilogativa della movimentazione di rifiuti delle imprese ed enti - viene investito dalla logica della semplificazione?
«Identico meccanismo propositivo, identici problemi e soprattutto identiche finalità non possono non essere riscontarti dalla tendenza di eliminarlo. Esaminato in se stesso può risultare un documento pesante e superfluo, ma in realtà se letto in sinergia con il registro di carico e scarico, il formulario è un ulteriore strumento nello studio del ciclo e del flusso dei rifiuti. Spesso presenta una forte utilità nella ricostruzione sopratutto a posteriori per i trasporti illegali di grandi quantitativi di rifiuti pericolosi. I tre documenti rappresentano punti essenziali per garantire una visibilità chiara di quelli che sono i depositi, transiti e soluzioni finali».

Dunque svuotando i tre documenti dei loro valori, delle loro funzioni i riflessi cadrebbero anche sulle attività di controllo?
«Molto spesso utili elementi sopratutto iniziali ma anche in corso di accertamenti vengono tratti proprio dai documenti in questione. E ciò lo dimostrano le grandi inchieste di questi ultimi anni. Da tali documenti gli organi di controllo riescono a trarre una serie di elementi importanti per analizzare i flussi dall´inizio fini alla fine del ciclo e anche per monitorarli. Le falsificazioni, le connesse omissioni e le attività fraudolente sui documenti sono i punti delle maggiori inchieste degli ultimi mesi. Ciò dimostra che ogni azzeramento o diminuzione della tracciabilità del ciclo dei rifiuti comporta un area di vantaggio e di vera semplificazione di vita ed attività di questi episodi criminali».

Un´ultima domanda: questa lettura della discussione evidenzia il punto di osservazione di chi vuole evitare traffici illeciti ma, in questo bailamme, chi volesse comportarsi ( qualcuno ci sarà?) in modo corretto, come fa a raccapezzarsi?
«La normativa è farraginosa anzi un disastro. Sono dell’idea che andrebbe rifatta completamente tutta. Sono dell’avviso che ci vorrebbero poche norme, ma chiare e definite per risolvere questa situazione di confusione. Una codificazione nel terzo incontro in consiglio ci sarà, ma non è con l’idea di eliminare il Mud e alleggerire il registro e il formulario che si risolvono i problemi delle aziende e degli operatori. In una situazione di tale confusione, quindi, chi vuole comportarsi correttamente deve cercare, prima di tutto, di decodificare la normativa affidandosi ad esperti e poi interloquire con gli organi amministrativi per conoscerne l’interpretazione».

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