[03/08/2007] Parchi

Cina, si allevano stormi di uccelli per fermare le cavallette

LIVORNO. La Cina, dopo un’estate di inondazioni e siccità, richia di scontrarsi con un esercito alato che fin dai tempi degli imperatori e poi di Nao ha cercato di combattere con ogni mezzo. Stavolta , almeno a sentire l’agenzia stampa Xinhua, le cavallette distruggono ogni anno in Cina 3 milioni di ettari di coltivazioni, pascoli e vegetazione, per questo nella remota regione occidentale dello Xinjiang, percorsa dai fermenti autonomisti degli iuguri turkestani e islamici, Il governo di Pechino avrebbe deciso di rispondere con altre squadriglie aeronautiche formate da uccelli e per questo sta facendo costruire migliaia di nidi artificiali per poterne favorire nascita e sviluppo.

Secondo gli esperti cinesi di locuste Il danneggiamento dei pascoli scenderebbe del 70% se gli stormi di uccelli insettivori fossero formati, risparmiando così 30 milioni di yuan (4 milioni di dollari) di danneggiamenti già nel primo anno. Si cerca quindi un rimedio biologico ad una crescita degli sciami di cavallette che sembra la conseguenza delle inondazioni, seguite da siccità ed onde di calore che hanno provocato una varietà di effetti sulla fauna cinese.

In maggio nello Xinjiang, lupi, aquile e volpi addestrati sono state schierate per combattere un’ invasione di ratti che saccheggiavano città e campagne.

La Cina ha una lunga storia nell’uso di mezzi eterodossi per eradicare animali indesiderabili: Mao Ze Dong durante il “grande balzo in avanti” degli anni ’50 lanciò la campagna “i quattro parassiti” per uccidere mosche, zanzare, ratti e passeri, ma allora di biodiversità non parlava nessuno, la Lipu in Cina non c’è nemmeno oggi e il sol dell’avvenire non sembrava dovesse portare all’economia di mercato più sfrenata del mondo.


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