[06/08/2007] Rifiuti

Quelli nel cassonetto della differenziata non sono rifiuti da imballaggi

LIVORNO. La carta, il cartone, il vetro, la plastica e le lattine contenute nella campana della raccolta differenziata non sono rifiuti da imballaggio perché l’imballaggio non può “tout court identificarsi con il materiale da cui è formato”. Lo ha affermato il Tribunale amministrativo di Catania con sentenza 694 del 2007.
Con tale pronuncia il tribunale respinge il ricorso di una società che chiedeva l’annullamento della aggiudicazione definitiva ad altra ditta di una gara d’appalto per l’affidamento del servizio di raccolta differenziata e dei rifiuti urbani pericolosi. La società esclusa dall’appalto riteneva che l’attività di raccolta differenziata di carta, cartone, vetro, lattine e plastica aveva come oggetto rifiuti da imballaggio, ma che la società vincitrice non avesse la qualifica per gestirli.

Il Titolo II della Parte IV del codice ambientale è interamente dedicato alla gestione degli imballaggi immessi sul mercato nazionale e dei rifiuti da imballaggio derivanti dal loro impiego. L’introduzione di un corpo normativo a sé che disciplina la materia degli imballaggi all’interno del testo unico ambientale – e prima ancora nel decreto Ronchi - è stata dettata dall’esigenza di fronteggiare il notevole aumento di quantità di carta, di cartone, di vetro, di plastica e di lattine nei rifiuti urbani. Fenomeno principalmente dovuto al mutamento delle tecniche di trasporto e confezionamento dei prodotti alimentari e non destinati al consumo umano.

Gli imballaggi infatti, sono quei prodotti adibiti a contenere e a proteggere le merci ai fini della loro presentazione e della loro circolazione dal produttore al consumatore. La legge non attribuisce la qualifica di imballaggio in base ai materiali di cui è costituito lo stesso - fra l’altro di “qualsiasi natura” - ma in considerazione della funzione che assolve.

Un rifiuto si classifica in base al criterio dell’origine fra urbano e speciale e in base al criterio della pericolosità fra pericoloso e non. Tale tipo di classificazione non risponde solo ad una esigenza meramente classificatoria, ma bensì assume una certa importanza in base ad una precisa esigenza organizzativa. La diversa provenienza e le diverse caratteristiche dei rifiuti implicano infatti differenti modalità di gestione. La gestione dei rifiuti urbani è affidata ai Comuni che possono utilizzare le forme di gestione dei servizi pubblici locali scegliendo la più adatta alle proprie esigenze come per esempio l’affidamento del servizio in concessioni a terzi qualificati.

Ai fini dell’individuazione del rifiuti esiste poi, un elenco del codice europeo dei rifiuti. Diversi tipi di rifiuto sono definiti specificatamente mediante un codice a sei cifre tramite il quale è possibile risalire alla loro origine.

Esiste un codice per la frazione dei rifiuti urbani oggetto di raccolta differenziata come carta, cartone e vetro e ne esiste uno per i rifiuti di imballaggio. E ciò conferma l´assenza di una equivalenza fra rifiuti da imballaggi e rifiuti urbani provenienti dalla raccolta differenziata. Quindi i rifiuti da raccolta differenziata non sono rifiuti da imballaggio perché non tutta la carta, la plastica il vetro e le lattine sono imballaggi.

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