[07/08/2007] Comunicati

La Toscana, l’Irpet, il turismo ed il dato inafferrabile della competitività

LIVORNO. A leggere il rapporto “Toscana & Turismo, la congiuntura 2006” edito dell’Irpet e dell’osservatorio regionale del turismo in Toscana ci si rende subito conto di essere davanti a un settore economico fortemente volubile, che contraddice da una stagione all’altra anche le statistiche basate su una mole di dati amplissima e ben ponderata. L’Irpet rileva che il 2006 «rappresenta il secondo anno di consistente crescita del turismo toscano dopo tre anni di declino delle presenze» e interpreta questo come «consolidamento del nuovo percorso di crescita» ed il ritmo di crescita sarebbe «su un sentiero di espansione che non sembra inoltre destinato ad esaurirsi in tempi brevi». Un trend che secondo le indagini del Sistema statistico regionale sarebbe stato confermato dai dati della Pasqua 2007 e da un aumento del Turismo in Toscana nei primi sei mesi dell’anno che si indicava al 6%.

A leggere le lamentele per la presenza di case sfitte e per l’aumento del turismo pendolare “mordi e fuggi” che arrivano soprattutto dalla toscana marittima e insulare, si direbbe che l´estate 2007 ha subito deluso queste aspettative statistiche.

Eppure il turismo toscano nel 2006 aveva visto aumentare le presenze (cioè le permanenze per ogni giorno di vacanza) del 7,6% giungendo a 41,1 milioni, con un aumento del 6,8% delle presenze italiane e dell’8,4 di quelle straniere, dati particolarmente positivi perché facevano seguito a un 2005 in crescita e perché l’aumento toscano era, in percentuale, più del doppio di quello italiano (+3,7%).

Ma anche l’Irpet rileva che è difficile stabilire le ragioni di questo successo del 2006 e della ritrovata competitività toscana, visto che i dati e le scelte del turista cambiano per zona e tipo di ricettività.
Comunque per il rapporto «il successo del 2007 non è addebitabile ad un rimbalzo congiunturale», ma ad un recupero dei volumi di presenza antecedenti al periodo di crisi iniziato nel 2001.

I turisti stranieri sono stati favoriti dalla crescita del reddito planetario e dalla sostanziale mancanza di guerre, attentati ed epidemie (ma iracheni e afgani è probabile che abbiano girato poco.....). L’aumento degli arrivi dall’estero riguarda infatti i paesi Ue dove il reddito ed il PIl sono maggiormente in crescita, come Spagna, Olanda ed Irlanda, ed i nuovi paesi Ue dell’Est europeo che hanno tassi di crescita sopra il 5%, mentre ritornano tedeschi e francesi. Dalle Americhe cominciano ad arrivare i nuovi ricchi brasiliani e riprende il turismo Usa. Un turismo straniero che non è più solo città d’arte o mare, ma che si rivolge anche alle campagne ed alla montagna.

Ma la Toscana nel 2006 attira molti più italiani delle altre regioni, tanto che l’Irpet parla di un aumento della competitività, anche se per molte regioni mancano i dati certi disponibili per la Toscana. Comunque il 10,2% dei viaggi fatti dagli italiani riguarda città, colline e mare toscani e la regione passa dal quarto al primo posto.

Secondo l’Irpet a giocare un ruolo positivo è la dinamica di contenimento dei prezzi nel 2005/2006, quegli stessi prezzi, dai trasporti alla ristorazione, agli affitti delle case vacanze, che in questo scorcio di 2007 sono nel mirino di giornali e consumatori, anche se lo stesso rapporto definisce la Toscana «una regione tutto sommato “cara”».

Un dato che sarebbe confermato dall’aumento dei turisti italiani nei segmenti «più a buon mercato»: balneare (+ 8,9%), campagna-collina (+ 9,6), mentre crescono meno città d’arte (+ 5,6%%), montagna (+ 3%) e le terme restano al palo della crisi con solo un più 0,7%.

Ma la maggior attenzione al risparmio, visibile empiricamente anche nel 2007, si traduce soprattutto in un boom delle presenze nei campeggi che salgono del 32,5% e negli alberghi a tre stelle e nelle Rta che fanno un clamoroso 36,5%, ma vanno bene anche le 4 e 5 stelle che raggiungono il 30,7% delle presenze straniere.

L’Irpet avverte che affinchè l’aumento non sia effimero bisogna migliorare la qualità dei servizi offerti al turista, che non sono solo l’alloggio, ma anche trasporti, musei e patrimonio storico, esercizi balneari ed intrattenimento. Un salto di qualità auspicato per mantenersi competitivi che, in verità, non si vede molto in giro.

Ma nell’indagine risulta difficile leggere quanto nei dati del turismo contano le seconde case che hanno invaso coste e colline e che in alcune località rappresentano il grosso (e non sempre intercettabile) delle presenze, con punte intorno al 70/80%, eppure anche dai grafici presenti nel rapporto è visibile una fortissima preponderanza del turismo extralberghiero, che nel 1994 era agli stessi livelli di quello alberghiero, mentre quest’ultimo aumenta molto lentamente. Una crescita che però sembra aver raggiunto il punto di saturazione. Infatti, i segnali di difficoltà del 2007, soprattutto sulla costa toscana e sulle isole, vengono proprio dal settore delle seconde case, dove ad agosto ci sono ancora i cartelli affittasi e i cartelli vendesi restano a sfidare sole estivo e intemperie invernali. Eppure le gru affollano colline e litorali a colmare i buchi di un’urbanizzazione fatta di villaggi e condomini che non riescono più a riempirsi. E’ come se la legge della domanda e dell’offerta fosse sospesa, come se ci fosse un compulsivo bisogno di costruire per fornire appartamenti ad un turismo che va verso altre parti. Così magari il turista che secondo l’Irpet cerca servizi e qualità migliori in una regione abbastanza cara, si trova proprietario di una casa sulla costa, magari in un’area in cui un’urbanizzazione selvaggia si è mangiata la spiaggia, e non gli resta altro, per trovare il mare sognato, che comprarsi una barchetta e chiedere un posto barca in un nuovo porto che si mangerà un altro pezzo di costa e attirerà una nuova urbanizzazione “dedicata”. Forse il dato inafferrabile di questo stop and go, il nocciolo della competitività e della qualità del maggiore segmento del turismo toscano sta proprio qui, ed ha un nome: ambiente.

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