[07/08/2007] Parchi

I Ds elbani per un parco nazionale non di soli vincoli

PORTOFERRAIO. La direzione dei Democratici di Sinistra dell’Isola d’Elba ha discusso dello stato del parco nazionale dell’Arcipelago toscano ed a introdurre la discussione è stato Luigi Pieri, l’ex segretario dello Sdi elbano passato da poco nella Quercia in vista del Partito Democratico, che ha sottolineato come spesso ai parchi «si affidano poteri e competenze che sono, al contrario, dei comuni e/o di altri enti territoriali». Pieri ha poi sottolineato le difficoltà dell’Ente oggi presieduto da Mario Tozzi «difficile eredità organizzativa e finanziaria, ricevuta dal governo di centrodestra e delle passate gestioni commissariali», per uscire dalle quali i Ds invocano clima di confronto e collaborazione fra le istituzioni.

I Ds riassumono la loro discussione in uno slogan: «un parco di soli vincoli non è il parco dei Democratici di Sinistra» e chiedono che l’ente parco si doti, in tempi certi, del piano e del regolamento compreso il piano pluriennale economico e sociale che la legge affida alla Comunità del parco, cioè all’insieme degli 11 comuni, delle due province, della regione Toscana e della Comunità montana il cui territorio è interessato dal parco nazionale. «Questo organismo – sottolineano i Ds - è a tutti gli effetti parte integrante dell’ente e quindi non solo una sede consultiva, ma anche propositiva, tant’è che ad esso è demandato il compito di promuove quelle iniziative tese a favorire lo sviluppo economico e sociale delle popolazioni residenti». E i Ds, spiegano quale sia la loro idea di parco: «sono per la tutela dell’ambiente poiché proteggere significa favorire quelle azioni che producono un nuovo sviluppo sociale. La sola conservazione del patrimonio naturale non significa produrre meccanicamente nuove fonti economiche. Al contrario, l’ambiente deve essere tutelato, cioè protetto, e proprio per questo è stato richiesto che il Pnat promuova progetti finalizzati e concertati con la società elbana e le altre realtà della Toscana. Alcuni interventi, fra l’altro, hanno messo in evidenza luci e ombre della legge istitutiva degli enti parco, individuando gli aspetti troppo centralistici contenuti nella 394».

Il neosegretario elbano dei Ds elbani, Lorenzo Marchetti, ha concluso dicendo che «Trascorsa la pausa estiva ci aspettiamo di vedere i primi atti efficaci della gestione Tozzi. Noi, tuttavia, abbiamo assunto un ruolo propositivo, ma se necessario anche critico perché di stimolo e di cerniera tra la società e le sue istituzioni. L’ente parco, quindi, deve svolgere direttamente, e per altri versi proporre ai protagonisti del territorio, le necessarie azioni di promozione della attività compatibili individuando così quei soggetti che sono chiamati alla realizzazione di vari eventi. Il Pnat, d’altra parte, deve essere preso per quello che è, cioè una struttura del ministero dell’ambiente, ecco perché mi preme significare come sbaglino tutti coloro che vogliono coinvolgerlo nella semplificazione istituzionale. Altrettanto sbagliato è voler aprire una discussione sulla riperimetrazione delle aree protette prima che i cittadini registrino i benefici prodotti dalla presenza del parco. Il nostro è stato un dibattito appassionante, schietto e sincero che, dopo oltre dieci anni dall’istituzione del parco, ci stimola a promuovere una riflessione politica aperta, pacata e libera con il settore ambiente della nostra direzione nazionale».

Umberto Mazzantini, che fa parte del direttivo del parco nazionale in rappresentanza delle associazioni ambientaliste, giudica «prudente la posizione dei Ds elbani, forse la loro massiccia presenza all’interno del direttivo del parco ha fatto capire che la situazione è più complessa di quanto pensava qualcuno di loro, anche se vedo che qualche facile slogan su ambiente e sviluppo rimane. La richiesta di approvare subito gli strumenti di pianificazione territoriale trova concorde Legambiente, ma non si può tacere che i ritardi per quanto riguarda il Piano pluriennale di sviluppo economico e sociale sono tutti da accollare politicamente alla Comunità del parco, e quindi soprattutto ai comuni, in molti dei quali i Ds sono in maggioranza, e che anche il Piano del parco non è stato approvato rapidamente perché amministratori che rappresentano la Comunità del parco nel direttivo hanno chiesto un ulteriore revisione e passaggio su questioni francamente di poco conto. Il tutto perché non si voleva approvare una proposta in grandissima parte condivisa ma che aveva il difetto di essere proposta dal commissario imposto dalla destra. Certo – conclude Mazzantini – ora il centro-sinistra che controlla praticamente tutto il direttivo e la Comunità del parco e i Ds/Margherita/Pd, che hanno almeno la metà dei 12 componenti del direttivo di loro espressione, hanno davanti a loro una pesante responsabilità di far funzionare un ente di cui già un anno fa legambiente denunciò il pericolo di paralisi dopo 10 anni di vita».

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