[07/08/2007] Parchi

I piromani uccidono un´altra persona, anche oggi

LIVORNO. L’allerta nazionale dopo la tragedia di Peschici, la richiesta del ministero dell’ambiente ai parchi di costituirsi parte civile contro i devastatori dei boschi col fuoco, non sembrano aver spaventato più di tanto gli incendiari, oggi si conta un altro povero pensionato ottantenne che il Corpo forestale dello Stato ha trovato soffocato dal fumo a Panni nel foggiano, probabilmente mentre cercava di combattere il fuoco con una frasca, ieri è morto orribilmente un ragazzo di 21 ani, tra il 5 e il 6 agosto alla Forestale sono stati segnalati 686 roghi.

Simone Andreotti, responsabile Protezione civile di Legambiente chiede « tolleranza zero verso chi appicca il fuoco e verso chi si nasconde dietro di loro. Per vincere questa, che è una vera e propria guerra, lo Stato deve garantire più risorse a quanti sono impegnati in prima linea, cominciando dal Corpo forestale che svolge l’importantissima attività di controllo e prevenzione sul territorio e di repressione dei reati. Ma è necessario anche abbattere il muro di omertà che spesso circonda gli incendiari.
Per Legambiente va anche colmato il ritardo dei comuni nella realizzazione del catasto delle zone percorse dal fuoco che, soprattutto in Calabria e Sicilia, rappresenta un problema grave.

Per Andreotti «Dove le amministrazioni locali risultano inadempienti siano i Prefetti a provvedere al catasto con i dati forniti dalla Forestale così che siano imposti i vincoli di legge a quelle aree. Solo così si potrà fermare il business che alimenta questa emergenza, eliminando a monte ogni possibilità di speculare sugli incendi».

E Legambiente ricorda i numeri del 2006 di quella che pare diventata la più grande piaga epidemica di ogni estate italiana: «sono andati in fumo quasi 40mila ettari di territorio a causa di 5.643 incendi boschivi, di cui il 60% appiccati intenzionalmente da incendiari per varie ragioni, tra cui la speculazione e l’illusione di creare posti di lavoro connessi alle attività di spegnimento. Criminali incendiari che a volte sono collegati alla criminalità organizzata».

Intanto il Wwf annuncia che si costituirà parte civile contro gli incendiari al fianco degli enti dei parchi italiani e lo farà anche in assenza di enti parco, amministrazioni locali e Ministero, come ha sempre fatto in passato. «Da sette anni l’incendio doloso è diventato reato penale. – dice Fulco Pratesi, presidente onorario del Wwfa – Si rischiano fino a 10 anni di carcere, con un’aggravante se le fiamme colpiscono un’area protetta. Eppure contro i criminali dell’incendio doloso non c’è stata una sola sentenza definitiva. Il Wwf Italia è sempre stato parte civile nei processi per incendio doloso e continuerà a farlo al fianco dei Parchi per seguire tutte le fasi processuali e attivare un meccanismo per cui la lotta agli incendi non rimanga confinata al periodo dell’emergenza estiva. Ma non solo: contro la catastrofe a cui abbiamo assistito nelle ultime settimane, migliaia di ettari di aree protette andati in fumo, è necessario non dare tregua ai piromani. Nel 2000, per esempio, il Wwf propose un premio di 100 milioni di lire in favore di chi avesse assicurato alla giustizia coloro che avessero appiccato incendi dolosi all´interno di un parco nazionale, e forse oggi è il caso di ripensare anche a misure di questo tipo».

Misure che, va detto non hanno avuto un grande successo e sono state subissate di critiche anche da parte di altre associazioni ambientaliste e da gran parte del volontariato antincendio.

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