[09/08/2007] Rifiuti

Continua il dibattito sui rifiuti di Bagnoli a Piombino / Perché sì

PIOMBINO (Livorno). Si fa sempre più intenso il dibattito intorno all’operazione proposta e promossa dal ministero dell’ambiente per il trasferimento dei rifiuti dell’ex acciaieria di Bagnoli, alla colmata di Piombino.

Il capogruppo dei Verdi per l’Unione in Regione Mario Lupi parte da una considerazione: «Piombino vuole ampliare il porto e conseguentemente differenziare la propria economia uscendo dalla dipendenza monoindustriale delle acciaierie? La nostra risposta è sì perché la portualità con il cabotaggio e il car shipping è per noi una via alternativa al trasporto su gomma, in sostanza una via sostenibile».

Per seguire questa strada quindi è necessario secondo Lupi ampliare e realizzare le nuove banchine: «Da dove dobbiamo prendere gli inerti? – si chiede il capogruppo dei Verdi - Dalle cave di Campiglia ? Dal sottoattraversamento Tav di Firenze ? Dalla Variante di Valico autostradale? Oppure apriamo un altro fonte di cava?

Così come Piombino, senza traumi, via mare, ha portato il materiale di escavo nella vasca di colmata del porto di Livorno, non troviamo niente di scandaloso se gli inerti di Bagnoli, trasportati via mare, possano essere utili per ampliare i docks di Piombino e non andare in discarica».

Inoltre secondo Mario Lupi tale operazione porterebbe «al completamento della 398 con l’effetto di fatto di “sgonfiare” almeno in parte il progetto autostradale che insieme ai comitati avversiamo da sempre. Sia chiaro – ha concluso Lupi – che le perplessità le abbiamo tutti ma sia altrettanto chiaro che la risposta dovrà essere responsabile e garantire il territorio ed uno sviluppo sostenibile affrontandolo con un piano di sostenibilità ambientale».

Anche i Ds della Val di Cornia sono favorevoli all’operazione e ne elencano i motivi. Il primo punto riguarda le prospettive future: «In poco più di 10 anni avremmo un porto con una ricettività di navi fino a 4 volte superiore all’attuale - spiegano i Ds - e aree di movimentazione e stoccaggi merci fino a 10 volte maggiori. Naturalmente arriveranno a Piombino 60 milioni di euro, quelle risorse che non abbiamo mai avuto, per fare finalmente quel pezzo di 398 che manca fino al Porto di Piombino».

Importante secondo i democratici di sinistra anche l’aspetto occupazionale: «Una risorsa che genererà posti di lavoro da subito, un conseguente rilancio della TAP, e con un porto ampliato, vere alternative di lavoro per in nostri figli. Vogliamo che questo territorio non sia solo siderurgia? Allora dobbiamo contrastare chi sostiene solo e soltanto la logica del no a qualunque cosa».

Dal punto di vista delle garanzie ambientali e della qualità della Vita i Ds affermano che grazie a questa operazione «oltre alla bonifica del nostro sito inquinato, sarà possibili la realizzazione in tempi brevi della MISE (messa in sicurezza d’emergenza) delle aree inquinate. Sarà possibile e reale una bonifica delle aree adiacenti al porto». Inoltre «l’utilizzo dei sedimenti come materiali alternativi per il riempimento delle aree destinate ad uso portuale, rispetto a quelli derivanti esclusivamente dall’estrazione delle cave, eviterebbe un sicuro impatto ambientale. Tenendo conto che allo stato attuale le scorie presenti nelle famose discariche abusive della Lucchini non sono compatibili».

Quest’ultima affermazione (che utilizza anche Lupi), viene contraddetta dalle dichiarazione dell’assessore all’ambiente del Comune di Piombino Luciano Francardi, che nonostante non nasconda il suo parere favorevole all’intera operazione, fa chiarezza: «I sedimenti di Bagnoli sono del tutto simili a quelli presenti in zona – spiega – ed è vero che si potrebbero smaltire nello stesso modo i rifiuti dell’industria siderurgica locale, ma è anche vero che non risulta che questa (La Lucchini, ndr)abbia intenzione di investire le cifre risultanti dall’operazione di cui sopra». Ovvero, la questione secondo Francardi è economica, e non di disponibilità dei materiali del tutto analoghi a quelli di Bagnoli e disponibili senza alcun bisogno di scomodare le cave di Campiglia, la TAV o la Variante di valico.

«Settimane di trattativa hanno portato all’eliminazione di tutti i sedimenti cosiddetti pericolosi – continua Francardi - E’ chiaro che le garanzie ambientali sono state sviscerate con il ministero e con tutti gli organismi interessati (all’interno della bozza è previsto un Osservatorio, di vasta composizione, che potrà attivare tutti i sistemi di controllo e di verifica di quanto descritto nell’accordo e dei materiali che arrivano a Piombino). La messa in sicurezza dell’intera area portuale sarà garantita ulteriormente tramite la realizzazione di un sistema di “palancole”, anche queste di costo notevole, previste nei finanziamenti concessi dai Ministeri firmatari».

Per questo l’assessore ambiente Luciano Francardi ritiene che l’operazione si fondi su basi solide, «dato che lo sviluppo portuale è una delle possibilità concrete per creare a Piombino uno sviluppo nuovo e sicuramente compatibile con il territorio e perdere l’occasione che ci è stata offerta dal Ministero significherà rallentare il processo di cambiamento di questa città».


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