[09/08/2007] Rifiuti

Legambiente Val di Cornia: «Un rinculo di vent´anni o un balzo verso la sostenibilità?»

PIOMBINO (Livorno). Sulla vicenda dell’ipotizzato trasferimento di 3.500.000 tonnellate di rifiuti di Bagnoli a Piombino sembrava che su un punto, almeno, si fosse tutti d’accordo: informare correttamente la popolazione prima di decidere.
Ora, a parte che qualcuno aveva già deciso e ha relegato la discussione non sul “se”, ma sul “come”, la questione comincia a farsi seria: o si mente sapendo di mentire, o si mente per ignoranza! Non sappiamo, vista la delicatezza dell’operazione, che cosa sia più grave.

Intendiamoci, se l’alternativa fosse stata adoperare i rifiuti di Bagnoli (per dare sviluppo al porto) oppure adoperare materiale vergine, di qualsiasi provenienza, per noi di Legambiente la questione non si sarebbe neppure posta.
Non a caso sono dieci anni che ci battiamo contro l’ignavia degli amministratori e della Lucchini per la realizzazione della Piattaforma della TAP che doveva (dovrebbe?) recuperare la valanga annuale dei rifiuti prodotti dalle acciaierie.

E qui c’è un primo punto da osservare: il sindaco ha affermato che “il problema dei rifiuti della Lucchini sono un problema della Lucchini”. Con questa affermazione non solo si smentisce il Piano regionale dei rifiuti speciali; non solo si smentiscono gli amministratori regionali e locali precedenti ( che hanno finanziato con ben 9 miliardi delle vecchie lire la piattaforma); non solo si smentiscono le affermazioni contenute nel programma elettorale dei DS e del sindaco stesso: si smentisce, anche, il protocollo d’intesa firmato nel 2005 e le stesse, reiterate, dichiarazioni fatte dal sindaco ( ultimamente) sulla strategicità della piattaforma!

E quindi, delle due l’una: o la piattaforma serve a risolvere i problemi annosi della produzione di rifiuti speciali ( facilmente recuperabili come ampiamente dimostrato ) della Lucchini o, altrimenti, non si capisce per cosa sarebbe strategica. Ovvio che, come detto nel comunicato di Legambiente nazionale, ci troviamo di fronte al gioco delle tre carte!

Ma il cuore dell’offensiva di disinformazione che rasenta la schizofrenia è, appunto, (vedi il comunicato dei DS locali e del capogruppo dei Verdi in regione) quello di mettere in alternativa i rifiuti di Bagnoli con il materiale vergine che andrebbe reperito comunque cavando da qualche parte, per utilizzarlo nel nostro porto! Questa è una bugia priva di qualsiasi fondamento!

La composizione effettiva dei rifiuti di Bagnoli ognuno può verificarla leggendosi le dichiarazioni che il Presidente della società "Bagnoli Futura" ha reso alla Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti ( basta cliccare su google “rifiuti bagnoli") e rendersi conto che l’accostamento con materiale vergine o di cava non ha alcun senso. Non è una nostra opinione, bensì un fatto, che il Piano regionale ( ma c´è qualcuno che legge o no?) indica precisamente quanti e quali flussi di rifiuti si producono a Piombino: fra le giacenze e la produzione annuale siamo in presenza di milioni ( proprio così: milioni) di tonnellate assolutamente disponibili. Anzi, in gran parte riutilizzabili tal quali e comunque assolutamente esuberanti le stesse necessità del porto di Piombino!

E infatti (ma ci deve essere anche un problema di comunicazione tra i sostenitori di questa vicenda) anche l’assessore Francardi non nega questa evidenza: sposta il tiro sui “soldi”.

“E’ vero, dice Francardi, che si potrebbero smaltire nello stesso modo i rifiuti dell’industria siderurgica locale, ma è anche vero che non risulta che questa abbia intenzione di investire le cifre risultanti dall’operazione di cui sopra”. Come fa Francardi a fare questa affermazione? E’ certo, non ci vuole molto a capire che i soldi (nostri) che sborsa lo stato per risolvere il problema Bagnoli, non potrebbero essere gli stessi che dovrebbe sborsare la Lucchini ( non foss’altro per il fatto che si risparmierebbe il turismo dei rifiuti), ma è ( non ci ha pensato l’assessore?) anche vero che i costi sarebbero stratosfericamente minori e senza esborso da parte del pubblico! E dunque “l’asticella della modernità ecologica” che doveva essere messa più in alto, si fermerebbe alla presa d’atto ( senza neanche provarci) della presunta non volontà della Lucchini? O non si è detto che “l’ordinanza per la chiusura della cokeria” ( che riguardava qualche nanogrammo e non milioni di tonnellate!) aveva fatto giurisprudenza? E in ogni caso: il problema rifiuti-Lucchini lo si affronta secondo le linee del Piano regionale e del protocollo d’intesa del 2005 o lo si abbandona al suo destino?

Di più: a parte la questione Siderco che, secondo le affermazioni del 2005 fatte da Francardi e dal Sindaco, doveva già essere risolta, e la bonifica di Città Futura e di Poggio ai Venti ( per le quali ci sono i soldi, non spesi, fin dal 2001), lo spostamento dei carbonili e della cokeria ( in una parola: l’ambientalizzazione della fabbrica) sono ancora questioni interessanti questa amministrazione o no?

All’assurdità dell’approccio nazionale (il principio del riutilizzo, come quello di prossimità nello smaltimento dei rifiuti, sono principi di legge!) si aggiunge dunque l’assurdità dell’approccio locale: non si è neanche provato a scambiare ambiente con ambiente (cioè flussi di denaro contro l’obiettivo di rendere sostenibile l’industria locale). No! Si è puntato dritto allo scambio ottocentesco ambiente con sviluppo! Si abbia il coraggio e la franchezza di dire le cose come stanno. Questa è la decisione che Piombino ha di fronte: un rinculo di vent’anni o un balzo verso la sostenibilità!

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