[10/08/2007] Acqua

Nel mondo aumentano le alluvioni ma fanno meno vittime

LIVORNO. Secondo quanto detto in una conferenza stampa a New York da Margareta Wahlström, coordinatrice aggiunta dei soccorsi di urgenza dell’ufficio per il coordinamento degli affari umanitari dell’Onu (Ocha) «il pianeta ha conosciuto sempre più inondazioni negli ultimi anni, ma il numero dei morti è diminuito».

Recentemente decine di milioni di persone sono state colpite dalle settanta inondazioni che sono state recensite nel mondo e «dobbiamo prepararci ad altri episodi simili» ha avvertito la Wahlström che ha fatto presente un episodio molto significativo per i cambiamenti climatici in corso: quello delle piogge torrenziali che hanno colpito le Filippine che quest’anno hanno subito cinque cicloni di categoria 5.

Alluvioni ed inondazioni rappresentano il 50-60% dei disastri, e toccano pesantemente soprattutto le popolazioni che vivono nelle zone più vulnerabili, come quelle lungo i corsi d’acqua, dove la fertilità dei terreni è più importante. Ma anche nei Paesi in via di sviluppo il numero di scomparsi dovuti alle inondazioni è finalmente ridotto: secondo la rappresentante dell’Ocha «si può dire grazie soprattutto ai sistemi di allarme precoce, alla preparazione e alle campagne di prevenzione che sono state messe in campo nei vari Paesi».

L’Onu ha incoraggiato ed aiutato con le sua Agenzie l’adozione di strumenti internazionali per favorire l’elaborazione di pianificazioni nazionali. Gli ultimi 20 anni hanno visto lo sviluppo di un concetto di pianificazione urbanistica che tiene conto delle zone a rischio e della vulnerabilità di intere regioni di fronte ad alcuni fenomeni naturali.

Interrogata sul ruolo crescente dei militari in alcune aree colpita da catastrofi naturali, la Wahlström ha ricordato che l´utilizzo di risorse militari e della protezione civile nel quadro di operazioni umanitarie dell’Onu è inquadrato dal 1994 nella direttiva di Oslo, che si muove nella logica di instaurare relazioni chiare tra interventi dei militari e settore umanitario. Ma «non ci sono risposte semplici» perché nel campo della prevenzione delle catastrofi pesano sia le scelte individuali, le decisioni prese dalle comunità e la responsabilità degli amministratori locali.

Intanto il Programma alimentare mondiale (Pam) lancia l’allarme per una grande parte dei 25 milioni di persone colpite dalle recenti inondazioni nell’Asia del sud: «Quando le acque si saranno ritirate – ha detto a Bangkok la direttrice esecutiva del Pams, Josette Sheeran – milioni di famiglie povere si troveranno in uno stato di miseria estrema, avendo perduto i loro raccolti, i loro bestiame e perfino membri della loro famiglia. Il Pam é pronto a portare il suo aiuto in nutrimento e sostegno logistico ma esortiamo i donatori ad impegnarsi di più nel finanziare programmi di rilancio che sono cruciali dopo una crisi».

I paesi che hanno più urgentemente bisogno di aiuto sono India, Nepal, Bangladesh e Pakistan, in Nepal sono già 60 mila le persone che hanno bisogno di un aito immediato, ma nei prossimi tre mesi saliranno ad almeno 330 mila. In Bangladesh, l’Unicef ha già distribuito 126 tonnellate di biscotti energetici di urgenza, medicine e Kit per purificare l’acqua. Anche il Pam sottolinea una migliore collaborazione da parte dei governi rispetto a catastrofi precedenti e fa notare lo sviluppo di queste nuove capacità locali di intervento in campo umanitario.

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