[10/08/2007] Urbanistica

Di chi è il Polo Nord

LIVORNO. La spedizione russa al Polo Nord sta sollevando una ridda di reazioni, paure e rivendicazioni degli altri Paesi che si affacciano sui ghiacci intorno all’Artide. Ma, al di là dei trionfalismi russi per «l’impresa storica», di chi è il Polo Nord?
La piattaforma continentale va dalle coste marittime di un Paese fino alle frontiere con un altro, il problema che sta diventando sempre più bollente è: come si dividono le grandi ricchezze sotto la crosta terreste in fondo al mare?

Secondo la Convenzione dell’Onu sul diritto del mare, la zona economica esclusiva di ogni Stato è fissata a 200 miglia (cosa che non impedì agli Usa di bombardare la Libia perche Gheddafi pretendeva di controllare il Golfo della Sirte fino alle 200 miglia), può essere allargata se i limiti esterni della sua piattaforma continentale si estendono al di là, ma con delle restrizioni: una nazione può pretendere di esercitare questi diritti fino a 350 migli ma solo se sono fino a 100 miglia dall’isobata di 2.500 metri di profondità.

Questo è un elemento chiave per capire quali siano i reali diritti che rivendicano alcuni Paesi sulla piattaforma artica. La commissione dell’Onu esige anche una carta completa dei rilievi, eseguiti con sonde acustiche, delle zone candidate ad essere sottoposte allo sfruttamento delle risorse sottomarine, senza la quale è difficile determinare l´estensione della giurisdizione degli Stati rivieraschi dell’´Antartico. Bisognerebbe quindi mappare 24 mila chilometri.

La profonda immersione del batiscafo russo ha anche sollevato un altro problema, come si determina (e chi determina) l’età delle rocce sul fondo oceanico per determinare il prolungamento della piattaforma «russa o di altri Paesi?

«Alcuni scienziati – scrive la Rossiiskaïa Gazeta – stimano che la dorsale Mendeleïev testimonia l’esistenza di un possente plateau vulcanico, ben più recente del continente russo. La Russia dovrà quindi rivedere le sue pretese. Quando I ricercatori russi hanno riportato dalla loro spedizione campioni di una roccia di 600 milioni di anni, gli scettici hanno dichiarato che è stato il tempo che l’ha strappata dal continente e depositata più in basso». Questo varrebbe anche per la dorsale Lomonossov, per la quale non esiste alcun dubbio che sia il prolungamento di un continente, come rilevato nel 2004 da una spedizione svedese-americana, il problema è di quale continente? Quello eurasiatico e russo per estensione? La risposta per ora non c’é.

Ma secondo i russi proprio le immagini registrate pochi giorni fa dimostrano che il fondo “pulito” e senza intrusioni dell’Artico e della dorsale Lomonossov e i materiali prelevati dimostreranno che la crosta terrestre in quel punto ha centinaia di milioni di anni e quindi non è isolata e ed un prolungamento della Russia continentale.

Ma tutti gli altri Paesi che si affacciano sull’Oceano glaciale artico sempre più libero dai ghiacci non sono molto d’accordo e non staranno a guardare l’orso russo mentre cerca di papparsi da solo l’enormi ricchezze nascoste sotto il mare. Quindi la sola soluzione sembrerebbe un accordo, ma la Convenzione Onu sul mare ha un buco: non tratta dei litigi tra vicini, pur potenti e pericolosi, bisognerà trovare al più presto una soluzione, prima che i ghiacci che fondono inneschino un´altra guerra fredda, stavolta non più ideologica ma commerciale e per le risorse.

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