[10/08/2007] Rifiuti

Rifiuti di Bagnoli a Piombino, i commenti (ben 5) di oggi

PIOMBINO (Livorno). Se qualcuno pensava che un’operazione gigantesca (per lo meno in termini quantitativi) come quella ipotizzata dal ministero dell’ambiente per trasferire a Piombino i rifiuti dell’ex industria siderurgica napoletana, passasse quasi inosservata in questo agosto di ferie, si sbagliava di grosso. Ogni giorno piovono commenti e pareri, che per esigenze di spazio, siamo costretti a sintetizzare, e che pubblichiamo man mano che arrivano. Ecco quelli giunti oggi (il primo è congiunto Pdci - Sinistra democratica, Verdi; il secondo arriva da Rifondazione; il terzo da Paolo Profeti (ambientalista), il quarto dal consigliere dei Verdi della circoscrizione di Salivoli Vittore Rossi, il quinto dai gestori di alcuni stabilimenti balneari.

«Salutiamo con grande interesse la nascita del comitato per il No all’accordo di Bagnoli-Piombino – scrivono Pdci, Sinistra democratica e Verdi - Auspichiamo non uno ma 10 di questi comitati per ampliare la consapevolezza del diritto all’ambiente, alla salute e sicurezza». Detto questo i tre partiti spiegano però che «la legge non consente di refluire nelle vasche di colmata i rifiuti industriali neanche dopo inertizzazione (Cic) e quindi non è possibile immettere in vasca né i rifiuti Lucchini prodotti annualmente né quelli sequestrati. La legge consente l’immissione in vasche esclusivamente per i fanghi di dragaggio o materiali di bonifica non pericolosi all’origine. E’ quello che l’Autorità Portuale sta già facendo e avrebbe comunque fatto con i suoi fanghi per i prossimi venti anni. Ricevere da Bagnoli 2.000.000. di mc di materiale, idoneo secondo la legge per questo uso, può accelerare questo processo e portare alla realizzazione del porto in meno di dieci anni. Vogliamo chiedere ai cittadini se sono d’accordo sulla validità di accelerare l’ampliamento del porto e la realizzazione della strada ricevendo materiale non pericoloso e idoneo secondo le normative europee e nazionali?»

Aderisce invece al Comitato comprensoriale contro i rifiuti di Bagnoli Rifondazione comunista, che chiede a tutte le forze politiche presenti in Consiglio comunale di convocare un referendum, proposta che sdarà formalizzata ufficialmente già nel prossimo consiglio comunale.

«Vi sono serie ragioni per temere conseguenze nefaste sull’ambiente e sull’economia turistica del Golfo – spiega in una nota l’assemblea degli iscritti dei circoli Prc della Val di Cornia - a causa dell’arrivo di questi materiali, dal cui processo di lavatura è prevista anche la produzione di rifiuti tossico-nocivi che nessuna piattaforma presente e futura è in grado di gestire. Infatti, ad oggi non esiste ancora un progetto industriale che lasci intravedere la realizzazione di impianti adatti al trattamento ed allo smaltimento dei rifiuti industriali provenienti da Bagnoli via mare, con un enorme dispendio di danaro pubblico, per la gioia dei trasportatori e di chi dovrà gestire questo assurdo trasferimento di rifiuti da un porto ad un altro».

«Una vera e propria autostrada del mare solcata da oltre 2000 navette ricolme di rifiuti molti dei quali classificati come pericolosi» è invece la fotografia con cui Paolo Profeti, ambientalista con un passato politico nelle fila dei Verdi, sintetizza l’intera operazione, prima di andare a raccontare gli antefatti: «Dopo aver scoperto nel luglio del 2005 la pericolosissima presenza degli idrocarburi policiclici aromatici altamente cancerogeni anche nelle sabbie e nei fondali marini di Bagnoli, fu proibita la balneazione con l’impegno di bonificare l’area. Eppure dopo ben 11 anni dall’inizio dei lavori prima con la Bagnoli S.p.A, poi con la Bagnoli – Futura si sono spesi la bellezza di 700 miliardi di lire e l’area è ancora da bonificare».
Profeti prosegue: «Il ministro manda a dire, come recita un laconico comunicato dei verdi locali, che la città siderurgica toscana è troppo inquinata e da troppo tempo e che un suo risanamento è troppo complicato e complesso per essere affrontato con mezzi e risorse finanziarie locali. Tanto vale aggiungere a quello che c’è altri milioni di tonnellate di rifiuti, assicurando con l’arrivo di nuovi e “puliti” milioni di euro la realizzazione di una strada per il porto di Piombino e altre opere per la messa in sicurezza dei materiali da conferire».

Un’altra dura critica a questa operazione arriva da Vittore Rossi , consigliere dei Verdi alla Circoscrizione Salivoli Montemazzano di Piombino.

«In questa storia dei fanghi di Bagnoli emerge la profonda ignoranza dei politici e degli Amministratori ad ogni livello, su come si fa oggi una struttura portuale, cioè scavandoli in terra e non con opere massicce enormemente costose, basate sul riempimento del mare, sbancamenti di colline, con ciclopiche dighe costose, impattanti, che provocano grandi problemi ai lati di queste opere: insabbiamenti, erosioni, e pochi spazi a terra che sono la vera ricchezza di un moderno porto».

Rimane fuorviante quindi secondo Vittore Rossi «l´interpetrazione che danno i Verdi e Mario Lupi capogruppo alla Regione di questo partito, per giustificare la loro posizione favorevole ad una operazione che un´ambientalista dovrebbe rifiutare: Lupi pProvi ad immaginare di scavare una vasca nella stessa area interessata, di mille metri per cento di larghezza, profonda 18 metri per accogliere le grandi navi, con la fatidica 398 a due passi.... Scoprirà Lupi e i Verdi che non occorre portare a Piombino un bel nulla! Basterà fare un porto moderno con ampi piazzali utilizzando questo materiale scavato e non inquinato, risparmiando prezioso denaro Pubblico».
Il consigliere dei Verdi conclude la sua lettera con amarezza: «Trovo preoccupante che al centro di questa operazione vi siano personaggi della politica in cui avevo riposto la mia fiducia e dato il mio voto – dice Vittore Rossi - ma non li seguirò in un percorso che è l´opposto di quanto sempre sostenuto, che non considera la drammatica situazione di questo territorio, dove non c’è bisogno di portarvi altra robaccia, avendo in abbondanza quella prodotta dalla industria locale che già crea situazioni di degrado pauroso, colline di rifiuti dove era pianura, che offende gli impegni presi per uno sviluppo sostenibile».

Sulla questione intervengono anche alcuni operatori che gestiscono stabilimenti balneari nella città di Piombino.
«Apprezziamo il coraggio con cui l’Amministrazione ha affrontato il problema con la Lucchini con chiusura di un blocco Cokeria e il progetto di spostare questi impianti lontano dalla città la demolizione dell’ agglomerato, le bonifiche di Città Futura - Marco Vannucci Bagno Curacao; Fabrizio Lotti Bagno La Capannina, Mauro Bertini Bagno Il Chioschetto di Baratti, Lunella Donati Bagno Elia - Permangono ancora forti criticità sull’Enel e rigettiamo fermamente ipotesi di sviluppo con combustibili come il Carbone, che aggraverebbero una realtà che già oggi presenta grandi problemi».

I balneari sostengono poi la necessità sia della 398 fino al Porto sia della Fiorentina Ghiaccioni, e «se con l’accordo di Bagnoli arrivano finalmente le risorse per realizzare questa importante infrastruttura per Piombino, secondo noi è bene e non un male visto il biglietto da visita non esaltante che la nostra città da di se, soprattutto con le lunghe file dei veicoli che ci accompagnano tutte le stagioni estive».

I gestori dei 4 bagni concludono dicendo che «l’accordo di Bagnoli-Piombino può essere un contributo importante per le ricadute ambientali e di bonifica, ma anche per lo sviluppo che avrà il Porto di Piombino. Non possiamo sempre dire no a tutto, e con le necessarie garanzie che forniranno lo Stato e gli Enti Locali e il monitoraggio costante delle partenze e degli arrivi dei materiali da parte delle autorità competenti, non ci saranno problemi».


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