[10/08/2007] Urbanistica

Caro Martini, questo Pit non ci può piacere

Voglio fare alcune considerazioni in merito alla tutela del paesaggio toscano e allo sviluppo urbanistico, temi che in questi giorni hanno trovato ulteriore “sistemazione” normativa con l’approvazione del PIT regionale. Non abbiamo ancora approfondito i dettagli dell’ultima versione di questo strumento, ma le ripetute uscite sulla stampa, Sue, di Assessori e Consulenti, non lasciano dubbi sulla totale permanenza di un impianto contenutistico e normativo per noi inaccettabile.

Lei ha affermato che la Regione Toscana tiene al suo paesaggio come in passato e che i guasti ad esso apportati e che si stanno apportando (che lei considera, comunque, limitatissimi) sono tutti conseguenze di un passato avventatamente da più parti rimpianto. Può anche essere che talune scelleratezze attuali siano la concretizzazione di scelte avvenute venti anni addietro, ma le garantisco che la metastasi di nuovi cantieri, di trasformazioni edilizie, di accrescimenti volumetrici che investono l’intera regione, dalle colline al territorio agrario, dalle città alle coste, alle case isolate… sono concretizzazioni dovute alle due ultime leggi urbanistiche regionali (L.R.5/95 e L.R. 1/05) e a volontà speculative cui nessuno pone limiti.

C’è una locuzione recentemente adottata (che tanto piace in Giunta da farne una bandiera) per sintetizzare il concetto di governo del territorio: “mettere a reddito il territorio, tutto il territorio, ogni parte del territorio, contro la rendita passiva”. E’ in questa visione esclusivamente economicistica che si inserisce la cosiddetta “conservazione attiva” dei valori storici e paesaggistici chiamati anch’essi, come tutto il territorio, ad essere riconosciuti Beni solo se “utili” e “utilizzabili” e in quanto possibili “produttori di reddito”.

Si conferma appieno, anche a livello regionale toscano, l’allarme già lanciato anni addietro da Salvatore Settis per la perdita del riconoscimento nel “valore in sé” dei Beni Culturali e per la loro identificazione come “giacimento”, risorsa non sfruttata in tutto quello che può produrre e che invece deve essere chiamata a produrre.
Ed è stato proprio questo il fine della conferenza che l’Assessore Conti il 30 Luglio scorso a Roma ha tenuto con la stampa nazionale ed estera: pubblicizzare le immense possibilità offerte con il nuovo PIT! La Toscana, terra di grandi paesaggi, d’arte, di città storiche, di paesini e di complessi industriali ora è finalmente pronta ad accogliere grandi investimenti europei e mondiali in tutti questi settori. La Toscana non è più meta obbligata, limitata e passiva per il “gran tour” di qualche intellettuale, ma oggi può offrire i suoi immensi giacimenti per una miriade di planetari produttori dinamici. Questo ha affermato Conti,….e a riprova che finalmente la Toscana potrà essere “sfruttata appieno in tutte le sue valenze” (probabilmente di fronte a giornalisti increduli di queste vergognose sirene) si è impegnato ad inviare l’intero testo del PIT a tutte le Regioni d’Europa!

Ma Conti ha voluto dare anche un’altra garanzia agli investitori, contro gli eventi che ultimamente hanno rotto “le uova nel paniere” degli Amministratori: il dissenso e gli ostacoli, pur democratici, frapposti dai cittadini, dalle Associazioni e dagli Asor Rosa di turno alla realizzazione di interventi che stuprano i nostri Beni territoriali. Questo pericolo non esisterà più, perché ci hanno già pensato l’Assessore Fragai e l’intera Giunta con la Legge sulla partecipazione che è al varo. I cittadini dovranno conoscere prima, collaborare prima, suggerire prima, concertare prima, esprimersi prima, obiettare prima…, prima che un intervento inizi l’iter….in modo che, dopo aver dato loro questa possibilità di sfogo, non ostacolino più il percorso che separa l’opera (o quant’altro rivesta rilevanza territoriale per una comunità) dalla sua concretizzazione. Essi saranno divenuti compartecipi e quindi corresponsabili in questo “perfetto” quadro democratico e soprattutto saranno guidati, controllati e governati in questa “partecipazione” a livello regionale dall’apposita Authority (un’Istituzione in più, quando si parla di contenere i costi della pseudo-politica!!!) che dovrà garantire paritaria espressione ad ogni forma di pensiero. Già vediamo le parti politiche e degli affari affannarsi nel dare forma a gruppi ad essi favorevoli…in modo che il risultato di questa partecipazione sia sempre, per lo meno, bivalente od ambiguo.

Intanto i capitali invocati dall’Assessore Conti per rendere “iper-attiva” la tutela del paesaggio toscano scendono in forze: la tenuta di Castelfalfi (Comune di Montaione) comprendente un agglomerato ancora abitato, un castello medievale, vigneti e uliveti per 11 Km quadrati è stata acquistata dalla TUI (Turistik Union International), colosso tedesco nel settore turistico, per costruirvi ville e abitazioni di lusso, un Robinson club, alberghi, ristoranti, piscine ecc….insomma un vero e proprio Paese dei Balocchi (tanto per ricordare il Pinocchio di Benigni girato in questo contesto). L’investimento è calcolato in 250 milioni di Euro, il più grosso mai effettuato dalla stessa TUI e il più ingente mai calato in Toscana!

* Roberto Mannocci è consigliere nazionale di Italia Nostra

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