[14/08/2007] Trasporti

Meno zolfo nei combustibili delle navi, allo studio un decreto legislativo

LIVORNO. E’ in esame al Consiglio dei ministri lo schema di decreto legislativo per l’attuazione della direttiva 2005/33/Ce che modifica quella del 1996 relativa al tenore di zolfo dei combustibili per uso marittimo. Entro il primo gennaio 2010 l’industria marittima dovrà quindi adeguare a livello tecnico il limite massimo di 0,1% in peso di zolfo dei combustibili utilizzati dalle navi adibite alla navigazione interna e delle navi all’ormeggio nei porti comunitari.

Le nuove, ma pure le vecchie disposizioni comunitarie, si inseriscono nell’ambito di una politica ambientale - in particolare nel VI programma d’azione - che ha come obiettivo il conseguimento di livelli di qualità dell’aria che non comportino effetti o rischi inaccettabili per la salute umana e per l’ambiente.
Infatti le emissioni da navi derivanti dall’utilizzo di combustibile per uso marittimo ad alto tenore di zolfo contribuiscono all’inquinamento atmosferico sotto forma di emissioni di anidride solforosa e particolato, nuocendo alla salute umana (soprattutto degli abitanti delle città costiere in prossimità dei porti), provocando danni all’ambiente, ai beni pubblici, privati, al patrimonio culturale e contribuendo all’acidificazione.

Per questo si rendono necessarie misure specifiche in materia. Con la direttiva l’Unione europea provvede a far fronte all’inquinamento causato dalle navi che utilizzano combustibile ad elevato tenore di zolfo integrando le misure nazionali degli Stati membri volte a far rispettare limiti di emissione per gli inquinanti.
La riduzione di zolfo dei combustibili presenta dei vantaggi per le navi che lo utilizzano sia in termini di efficienza di funzionamento, sia in termini di costi di manutenzione perché facilita l’utilizzo efficace di talune tecniche di riduzione delle emissioni come la riduzione catalitica selettiva.

Quindi un efficace campionamento e sanzioni dissuasive sono – così come afferma la Commissione europea – necessarie in tutta la Comunità per assicurare una credibilità alla direttiva, ma soprattutto per affrontare il problema di carattere globale. E dato il carattere globale dei settori dei trasporti marittimi - che sì, devono essere spinti e facilitati, soprattutto in Italia dove la scelta propende più per un trasporto su gomma - è necessario compiere ogni sforzo non solo per trovare soluzioni a livello comunitario, ma anche a livello internazionale.

Sia la Commissione sia gli Stati membri devono cercare di assicurare in seno all’Organizzazione marittima internazionale (Imo) una riduzione su scala mondiale del tenore massimo di zolfo anche valutando i vantaggi che potrebbe comportare l’istituzione di nuove zone marittime per il controllo di emissioni di zolfo così come indicate nel protocollo di Marpol (protocollo internazionale per la prevenzione dell’inquinamento da parte delle navi).

Gli stati, dalla loro, devono prendere misure di applicazione nei riguardo delle navi battenti la loro bandiera e anche di quelle battenti bandiere diverse, ma nei loro porti. E per far ciò è necessario che i Paesi Ue cooperino fra loro e si adeguino al diritto marittimo internazionale.
La direttiva, dunque, non è altro che la prima fase di un processo dinamico per disciplinare le emissioni perché solo attraverso un´ulteriore riduzione dei limiti di zolfo, attraverso l’utilizzo delle tecnologie e attraverso gli strumenti economici è possibile raggiungere cali significativi dell’inquinamento atmosferico causato dal trasporto marittimo.

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