[14/08/2007] Rifiuti

Rifiuti di Bagnoli, il comitato ´chiama´ Follonica e lo Sdi dice No all´accordo

PIOMBINO (Livorno). Nell’aprile scorso le amministrazioni di Follonica, Piombino, Scarlino e Castiglione della Pescaia, insieme agli enti provinciali di Grosseto e Livorno, firmarono un protocollo d’intesa che ricercava di rendere più omogenei efficaci e incisivi gli interventi sul territorio e sul mare. Partendo dal ricordare questo protocollo il comitato che si batte contro l’arrivo a Piombino dei rifiuti industriali provenienti dalla colmata napoletana di Bagnoli, rilancia la sua battaglia.

«Il 13 luglio – scrive il comitato - il sindaco di Follonica Saragosa ha giustamente chiesto a quello di Piombino di coinvolgere anche il suo Comune nella valutazione dell’operazione fanghi, richiamando il carattere unitario dell’assetto costiero, marino e socioeconomico del Golfo. Il sindaco Anselmi ha risposto in tutta fretta fornendo copia dell’accordo di programma e del documento tecnico, i quali dovranno essere consegnati pure ai consiglieri comunali».

A giudizio del Comitato, che vede già impegnati soggetti individuali e collettivi di Follonica, «sarebbe davvero poca cosa, se il Comune di Follonica – il quale, a differenza di Piombino, fa parte della Rete del Nuovo Municipio e rivendica la partecipazione dei cittadini alle decisioni come un fiore all’occhiello – non avviasse per l’appunto processi partecipativi autentici, inscritti nell’orizzonte del referendum consultivo da svolgere in tutta l’area interessata, come avvenne nel 1987 a proposito del progetto-carbone per Torre del Sale».

Il coinvolgimento in effetti è tutt’altro che marginale: «Se il progetto di trasferire al porto di Piombino la colmata contaminata di Bagnoli andasse avanti – conclude il comitato - il Golfo sarebbe attraversato per diversi anni da due navi al giorno cariche di rifiuti speciali; le acque e la costa andrebbero incontro a dei rischi che l’ambiente e l’economia locali non possono correre. Chiediamo quindi al Comune di aprire una effettiva discussione pubblica anche a Follonica».


Si smarca intanto la posizione dello Sdi, che pur ritenendo «l’operazione fanghi di Bagnoli una grossa opportunità per il territorio» vede nell’ attuale accordo di programma «ancora troppi punti critici che rischiano di farla diventare un grosso problema. Per questo quell’Accordo non va firmato e va invece rinegoziato».

Le criticità secondo Riccardo Marzucchi e Stefano Ferrini sono varie. «Anzitutto le nuove risorse per le bonifiche che – spiegano - per la prima fase non sono 274 milioni, ma soltanto 77 e 500, cioè meno del 30%. Le altre sono per circa 60 milioni vecchie risorse già previste per le bonifiche e per Città Futura e già destinate all’Autorità Portuale o al Comune; quelle previste per la strada 398 che sono 60 milioni e quelle che dovranno arrivare dalla cessione di spazi nelle vasche del porto a terzi non precisati per altri 78 milioni non finanziati dall’accordo e che pure qualcuno dovrà anticipare per fare lavori assolutamente necessari». Quali garanzie vi sono sul loro ritorno si chiedono Marzocchi e Ferrini?
«Inoltre la 2° e la 3° fase – prosegue lo Sdi - quelle che prevedono gli interventi maggiori sul porto come ultimazione di banchinamenti ed opere portuali per oltre 400 milioni, sono assolutamente non finanziate. La strada 398, finanziata per 60 milioni, avrà un costo quasi certamente maggiore e quindi i restanti 20 o 30 milioni chi li metterà? Inoltre è prevista come strada comunale e come tale sarà il Comune a garantire la manutenzione su un’arteria nazionale nella quale passano oltre 3 milioni di veicoli l’anno! Poi ci sono i costi del lavaggio degli 800.000 mc di sedimenti non pericolosi, che possono aggirarsi tra i 50 ed i 250 $ a tonnellata e quindi minimo altri 15 milioni non finanziati dall’accordo e che dovrebbe accollarsi la Tap».

Riccardo Marzucchi e Stefano Ferrini sottolineano poi che «ad oggi non vi sono ancora le schede tecniche dei materiali che arriveranno, non sappiamo se dal lavaggio dei sedimenti non pericolosi potranno originarsi sedimenti pericolosi come è probabile, in che quantità, da chi saranno trattati, dove andrà a finire il liquido da smaltire e chi pagherà il tutto. Poi la presenza di 230.000 mc di fanghi pericolosi del nostro porto potrebbe comportare la creazione di un terzo impianto per il loro trattamento, anch’esso non finanziato ed a carico della Tap, che potrebbe riportare a Piombino anche i 560.000 mc di pericolosi di Napoli attualmente tolti».

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