[16/08/2007] Energia

Chianni, un impianto eolico senza contestazioni e pure redditizio

LIVORNO. Francesca Mancini, 35 anni, sindaco di Chianni, in provincia di Pisa. Nel suo Comune è stato realizzato un parco eolico e che dopo pochi mesi sta già dando i primi frutti (economici). Si parla di 100mila euro che saranno reinvestiti in opere pubbliche. Non solo. Grazie a questa energia pulita si è tagliato anche un bel po’ di emissioni di C02. Insomma, una notizia molto positiva che arriva dalla Toscana a dimostrazione che anche in questa regione – a dispetto di quanto viene sostenuto dai detrattori dell’energia del vento – Eolo soffia almeno quanto basta per ottenere dei risultati concreti. Ma quanto è stato difficile raggiungere questo traguardo? Ne abbiamo parlato con il sindaco Francesca Mancini (Lista civica di centrosinistra).

«Il progetto del Parco Eolico – comincia Mancini – nasce da uno studio fatto dalla precedente giunta, della quale già facevo parte, nel 2004. Sostanzialmente furono fatti degli studi anemometrici della durata di circa 13 mesi sulla base dei quali la dittà ci presentò un progetto. Quando sono stata eletta sindaco uscì un bando regionale che prevedeva contributi per l’eolico e che fu subito sfruttato. Il Parco è composto da otto torri da 850 kilowatt ciascuna. E´ costato circa 7 milioni di euro. La spesa è stata sostenuta dalla socità che gestisce il Parco e che è proprietaria degli impianti. Grazie a queste pale si dovrebbe garantire la produzione energetica per 20mila persone ogni anno».

Dunque il parco faceva parte del suo programma elettorale, ma quali sono state le reazioni quando il progetto ha cominciato a concretizzarsi?
«Sì, era anche nel programma perché come ho detto lo studio faceva già parte del lavoro della precedente giunta. E’ stato comunque un iter lungo anche perché all’inizio anche in Regione non tutti erano d’accordo».

Chi non era d’accordo?
«Diciamo che alcuni dirigenti lo erano, altri no. In pratica erano d’accordo quelli del settore energetico e quindi, siccome ci hanno stimolato a proseguire su questa strada, abbiamo deciso di andare avanti».

Ma la cittadinanza come l’ha presa? Avete avuto qualche contestazione? Nessun comitato o associazione che si è opposta?
«Nel marzo del 2005 abbiamo fatto un convegno dove si parlava di energia alternativa. Alla conferenza hanno partecipato l’assessore provinciale, Legambiente, vari tecnici tra i quali esperti del suono, agronomi e alla fine devo dire che il progetto è stato accettato da subito molto bene. Gli unici ad essere un po’ preoccupati erano i cacciatori, ma tutto si è risolto in poco tempo. Inoltre all’inizio aveva protestato il vicino comune di Castellina. Così abbiamo portato avanti una discussione e i problemi si sono poi placati, tanto che ora siamo diventati più amici di prima».

Da quanto si legge sulla stampa avreste già guadagnato 100mila euro in soli 5 mesi. E’ vero?
«I conti si fanno alla fine dell’anno. L’installazione è stata fatta a ottobre del 2006 e il parco, formato da sette pale, è entrato in funzione l’1 febbraio 2007. Quello che posso dire è che in base alla previsione che era stata fatto, sembra che si sia prodotta più energia di quanta se ne pensasse. Vedremo. Sono inoltre previsti altri lavori. Stiamo progettando un parco didattico. E poi una zona dove tutti possono andare con panchine e giochi, piccoli strumenti attraverso i quali i bambini imparino a capire come funziona il parco eolico. In più c’è da fare la ripiantumazione del bosco, ma dopo l’estate. Sarà anche costruita un’aula didattica dove si potrà trovare materiale per vedere come è stato costruito il parco e ci sarà un ingegnere che farà delle lezioni».

Il parco è interamente privato? Avrete altri progetti legati all’energia alternativa?
«Il parco eolico è stato realizzato da una ditta privata, la Eneco. Stiamo discutendo, come Comune, la possibilità di fare un modulo di fotovoltaico, ma è al livello diciamo di pensiero. Vedremo, è un progetto abbastanza costoso. Il Comune ha una percentuale per ogni kilowattora prodotto nei prossimi 25 anni. Ogni torre eolica ha un palo in ferro alto circa 60 metri e di diametro alla base di tre metri. La rotazione delle pale, la direzione e la produzione di corrente sono controllati a mezzo computer direttamente dalla Danimarca, dove si trova il costruttore dell´impianro».

Che cosa ne pensa di quanto sta accadendo a Scansano dove il Tar ha bocciato il parco già costruito e ora, se il Consiglio di Stato non sentenzierà qualcosa di diverso, c’è il rischio che venga demolito?

«Scansano è sicuramente una zona più nota della nostra e credo che dovranno trovare un compromesso. Il parco eolico da noi è stato realizzato in una zona di non particolare pregio dove c’era già una struttura per la telefonia, quindi non si è deturpato niente. Sinceramente non so bene dove lo hanno realizzato a Scansano, ma vorrei fare una riflessione generale: ho notato una cosa, che le persone che hanno lasciato le nostre zone e che si sono trasferite magari a Milano, quando tornano hanno piacere di ritrovare il paese natio così come lo hanno lasciato. E così protestano perché magari trovano un lampione nuovo, parlo di una cosa veramente accaduta, e che gli impedisce di vedere le stelle come le vedevano prima. Non pensano che qui la gente continua a vivere e che quel lampione serve. Ci considerano un paese sottosviluppato dove ritrovare la pecora che gira nel paese, ma così non è. Devono accettarlo. E vorrei dire anche un’altra cosa».

Dica.
«Chianni fin dall’inizio ha sempre creduto nell’energia alternativa. Non ha portato avanti il progetto per soldi, ma perché lo riteneva positivo per l’ambiente. Il vento è un´energia pulita e, dopo la ratifica del protocollo di Kyoto, anche la Toscana secondo noi deve fare la sua parte per ridurre le emissioni di anidride carbonica. Se poi c’è anche la possibilità di avere dei ricavi non vedo quale sia il problema. Da amministratori siamo andati ad una trattativa che ci consente di avere benefici per i nostri cittadini. Ma questo solo dopo l´attenta valutazione dell´eventuale impatto ambientale. Vorrei che questo fosse chiaro perché una cosa che mi ha dato fastidio è che dopo la realizzazioni alcuni amministratori sono venuti da me per chiedermi quanti soldi avesse incassato il comune. Per noi questa scelta non è stata motivata dal business».

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