[16/08/2007] Comunicati

Entro il 2015 bisogna trovare lavoro a 200 milioni di asiatici

LIVORNO. Un rapporto dell´Organisation internationale du travail (Oit), presentato al Forum per l’occupazione in Asia svoltosi a Pechino dal 13 al 15 agosto, dice che entro il 2015 ci saranno altri 200 milioni di persone in cerca di lavoro in Asia, una sfida immensa per l’intera regione con possibili ripercussioni sull’economia e l’ambiente planetari. «Resta ancora molto da fare – si legge in un comunicato della Organizzazione Onu per il lavoro pubblicato a Pechino – per migliorare la qualità dell’occupazione creata e assicurare, in futuro, una migliore ripartizione dei benefici della crescita economica nella regione».

Secondo il rapporto Oit la componente asiatica del Pil mondiale non smette di crescere, così come aumentano i consumi e la produttività dei lavoratori, «ma la crescita economica della regine non dovrebbe permettere di creare il numero di posti di lavoro necessari per riassorbire la povertà e far diminuire l’economia informale».
Infatti, più di un miliardo di persone, il 61,9% della manodopera dell’Asia, lavora al nero, con pochissime o nessuna protezioni sociali e spesso con occupazioni a bassa produttività.

Ma per uno sviluppo ambientalmente e socialmente sostenibile in Asia la strada da fare è ancora molto lunga. «La fragilità che accompagna una pressione ambientale accresciuta – spiega Juan Somavia (Nella foto), direttore generale del Bureau international du Travail (Bit) - l´insicurezza economica, i problemi di governabilità e l’ineguale distribuzione delle ricchezze costituiscono delle minacce per lo sviluppo futuro della regione. Una cosa é sicura: mantenere immutato i nostri modi di produzione no è percorribile a lungo termine».
Altri problemi sono l’invecchiamento della popolazione in un continente oggi pieno di bambini, l’aumento dei fenomeni migratori, l´esodo rurale, l´aumento delle ineguaglianze salariali e di orari di lavoro molto pesanti.

L´Oit «raccomanda l’adozione e il rispetto delle norme internazionali del lavoro e migliore equilibrio tra flessibilità, stabilità e sicurezza. L´ iniziativa “lavoro verde” del Bit dovrebbe permettere ai Paesi asiatici di mettere in campo un processo di sviluppo sostenibile e creare occupazione, come previsto dal decennio per il lavoro decente in Asia lanciato lo scorso anno dall’Oit a Busan, in Corea.


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