[17/08/2007] Comunicati

Agli europei piace vivere in città?

LIVORNO. Agli europei piace vivere in città e pensano che miglioreranno come luoghi in cui vivere e lavorare. Lo dice un sondaggio Eurobarometro sulla qualità della vita nelle città europee. Più di tre quarti degli intervistati si sono detti soddisfatti della qualità della vita nelle rispettive città, e la maggior parte ha espresso fiducia sul loro futuro.

In 75 città europee, gli interpellati hanno risposto a 23 domande nel corso di 500 interviste telefoniche, indicando in che misura erano d’accordo o in disaccordo con affermazioni quali "Sono soddisfatto della qualità della vita nella mia città". Le città italiane dove è stato svolto il sondaggio sono Bologna, Napoli, Palermo, Roma, Torino e Verona.

Il sondaggio prevedeva che gli interpellati dichiarassero quanto sono d’accordo rispetto a una serie di affermazioni. La prima era appunto: “Siete soddisfatti della città in cui vivete” e, come detto, la media delle persone che si è detta ‘d’accordo’ o ‘molto d’accordo’ con questa affermazione va dal 75% al 97% (Groningen, Olanda).

La città dove i cittadini risulterebbero più soddisfatti della propria città in Italia è Verona, ultima Napoli, quasi sul fondo anche nella classifica generale preceduta soltanto da Athina (Grecia). Soddisfazione per la città in cui si vive non sembra però corrispondere con alcuni di quelli che per molti sarebbero invece i parametri entro i quali misurare la qualità della vita. Basti vedere il secondo cardine della ricerca, quello sul lavoro. In tre città su quattro la maggior parte degli intervistati si è detta in disaccordo con l’affermazione “E’ facile trovare un buon lavoro”. In tre città, vale a dire Palermo, Napoli e Frankfurt an der Oder, è stata una larga maggioranza a dire che è difficile trovare un posto di lavoro. Mentre le migliori città quanto a opportunità di occupazione risultano essere Praga, Copenaghen e Dublino, con più del 70% degli intervistati d’accordo con l’affermazione per cui è facile trovare un impiego.

Ma andiamo avanti. Anche se i cittadini nel complesso sono soddisfatti della qualità di servizi come l’istruzione, la salute e la cultura, nutrono però delle preoccupazioni in settori quali il costo degli alloggi e l’inquinamento. L’inquinamento dell’aria è stato, infatti, indicato come un problema notevole in 62 città (su 75). Inoltre, solo in 11 città la maggioranza si è detta d’accordo sul fatto che "È facile trovare un buon alloggio a un prezzo ragionevole".

Per quanto riguarda il trasporto pubblico, le cinque città meglio piazzate sono Helsinki, Vienna, Rennes, Amburgo e Monaco. Le nostre città coinvolte nel sondaggio sono tutte in fondo alla classifica, con Palermo penultima (in generale e ultima a livello nazionale) nel grado di soddisfazione del servizio e Torino (comunque nelle ultime 13 a livello generale, prima a livello nazionale). Si è registrato un certo livello di soddisfazione in tutta l’Ue per quanto riguarda invece i servizi culturali e sportivi, gli spazi verdi, i servizi sanitari e le scuole.

Per la stragrande maggioranza degli intervistati inoltre, la propria città non spende i soldi pubblici in maniera responsabile. Neanche un cittadino su 10 crede che i soldi siano spesi bene. Da segnalare anche i risultati del sondaggio sulla sicurezza: per metà degli intervistati vivere nelle rispettive città è ancora sicuro. Singolare che mentre a Napoli si registra il maggior tasso di insicurezza per gli intervistati, è Palermo che, delle città prese in esame in Italia, risulta avere il maggior tasso di sicurezza (secondo gli intervistati ovviamente).

Così, ribaltando e semplificando i risultati del sondaggio, la percezione di vivere bene nelle città risulta molto alta, e questa convinzione non sembra essere scalfita – parliamo ovviamente sulla media europea - dal fatto che l’aria è inquinata, i trasporti pubblici non all’altezza, la difficoltà di trovare un buon lavoro. Analizzando i dati delle città italiane ci rendiamo invece conto che queste medie sono fortemente ‘drogate’ da risultati eccellenti delle città del nord Europa. Prendiamo gli esempi di Napoli e Palermo: entrambe sono quasi sul fondo della classifica riguardo al grado di soddisfazione delle persone che ci vivono. E torna perfettamente con i risultati riguardo all’inquinamento e all’occupazione. Diversamente stanno meglio a Verona e poi Bologna e quindi Roma. Si può dire quindi che questo sondaggio, per quanto riguarda il nostro paese, non fa che confermare quello che è da sempre il quadro nazionale.

A Piatra Neamt (RO), Tallinn (EE), Vilnius (LT), Cluj-Napoca (RO) e Burgas (BG), più dell’80% delle persone si sono dette d’accordo: "Inoltre si pensa che nei prossimi cinque anni sarà più piacevole vivere a [nome della città dell’intervistato]".

«Questo sondaggio - ha dichiarato il commissario Danuta Hübner, responsabile per la politica regionale - mostra un atteggiamento positivo nei confronti della vita in città nel suo complesso, ma mette in luce anche alcuni punti critici. Tutto ciò ci dà dei punti di riferimento per la concezione delle politiche future».

Quali siano i punti di riferimento che il commissario Ue adoprerà “per la concezione delle politiche future” non lo sappiamo. Crediamo però che questa soddisfazione che appare generale dell’abitare nelle città sia in realtà parziale. A livello di sostenibilità ambientale e sociale c’è infatti ancora molto da fare in Italia come all’estero. Osserviamo e riportiamo quanto ad esempio dice State of the world 2007 che ha dedicato l’ultima edizione proprio a “Il nostro futuro urbanizzato”.

Non è sufficiente – si legge – modificare il sistema di trasporti e aumentare il verde pubblico per migliorare lo stato di salute delle popolazioni urbane (pensiamo per dirne una ai 9mila morti annui per smog in Italia, ndr). Il coinvolgimento dei cittadini nei processi decisionali della città può risultare molto utile, ma anche questo non basta. Ciò di cui abbiamo bisogno è una visione solistica dello spazio urbano, fondato sulla collaborazione tra i vari settori e la sostenibilità della pianificazione urbana.

Nel mondo – prosegue l’analisi del Worldwatch – stanno emergendo due tipi di realtà urbana. Da una parte la realtà dei ricchi (forse quella che si avvicina di più ai dati del sondaggio di Eurobarometro, ndr), imprigionati in quartieri blindati e con una lunga speranza di vita, che si tratti di città asiatiche, africane o americane. Dall’altra, il mondo dei diseredati, economicamente e socialmente, che cercano disperatamente di sfuggire alla povertà rischiando la vita tutti i giorni a casa, per strada e sul lavoro (e che sfuggono probabilmente anche a quei tipi di sondaggi, ndr).

Tra questi due mondi – conclude il Worldwatch – esistono molte differenze, ma forse la più importante risiede nelle cifre: la realtà urbana dei ricchi è riservata a una ristretta maggioranza, quella dei diseredati riguarda la stragrande maggioranza.

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