[17/08/2007] Parchi

James Bond a pesca di frodo a Pianosa

LIVORNO. Aveva una penna degna di James Bond il signore che se ne stava sugli scogli di Pianosa, in disparte dai bagnanti che si tuffavano nelle limpidissime e protette acque di Cala Giovanna (unica spiaggia dell’isola dove è consentita la balneazione). La fantascientifica penna stilografica non nascondeva apparecchiature radio o proiettili avvelenati, bensì una sofisticata canna da pesca in miniatura con la quale, a quanto pare, aveva già pescato un pesce.

Il tecnologico bracconiere di mare, un toscano sulla quarantina, aveva introdotto l’attrezzo proibito venendo dall’Elba con le gite quotidiane che collegano Pianosa a Marina di Camp e stava molto attento a non farsi scoprire dalle forze dell’ordine presenti sull’isola piatta per impedire la pesca ed il transito di imbarcazioni nel mare protetto, non si aspettava certo che “il nemico” sbucasse proprio da sotto l’acqua, davanti a lui ed avesse le preoccupanti sembianze dell’addetto del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.

A poco sono servite scuse e suppliche, poco dopo sono arrivati i carabinieri ed hanno preso in consegna il fantascientifico bracconiere. Probabilmente quel pesce e quella penna da pesca costeranno molto cari.

Solo ieri a Pianosa il Gruppo navale del coordinamento territoriale per l’ambiente del Corpo forestale dello Stato, la aveva sequestrato un palamito di circa 600 metri calato dentro l’area protetta che aveva già catturato pesci di media e grossa taglia, tra i quali un pesce spada lungo 1 metro e mezzo. Sembrano in aumento anche le sanzioni comminate ai diportisti che cercano di introdursi nella fascia di mare protetto che circonda da moltissimi anni Pianosa e che è stata leggermente estesa (da 1.500 metri ad un miglio marino) dopo l’istituzione nel 1996 del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.

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