[17/08/2007] Rifiuti

Il turismo mordi e fuggi pesa sui costi dei servizi

LIVORNO. Il turismo quest’anno non sembra andare molto bene, sono in crisi gli appartamenti vacanze, aumentano i pendolari e i “poveri”, e se al mare questa cosa è vista come una fastidiosa necessità, tanto per raccattare almeno quel che passa il convento, nelle città d’arte i bivaccanti cominciano proprio a non essere più molto graditi.

Ha cominciato il neo-sindaco leghista di Verona con multe anche ai bambini, ma pure i sindaci “progressisti”, in Toscana, cominciano a pensare a come porre un freno a questo turismo non proprio chic. Venezia, che di più turisti non ne ha proprio bisogno, ha fatto anche un calcolo: lo sporco lasciato in giro dal turismo mordi (mangia) e fuggi è quantificabile in trenta milioni di euro l´anno, il 2% in più del 2006 e, visto che proprio dai rifiuti si capisce quante persone restano a casa o vanno in vacanza, nella città di San Marco i pendolari dovrebbero proprio essere aumentati. Il costo per gestire la spazzatura lagunare è arrivato a 80 milioni di euro che pagano tutti i veneziani. Una Tia o Tarsu, dove il passaggio non è avvenuto, che pagano gli abitanti dei comuni turistici, le strutture ricettive, i possessori di seconde case, ma tutto il turismo informale (e gran parte di quello al nero) sfugge per finire a gravare nelle sempre meno capienti tasche di cittadini che protestano con i comuni costretti ad aumentare tasse e tariffe.

Centinaia di milioni di presenze giornaliere che usano i servizi, ma fantasmatiche per le aziende che i servizi li forniscono, che non partecipano a già problematiche raccolte differenziate, che bivaccano in luoghi gelosamente custoditi da ristoratori e commercianti come miniere d’oro, che “sciupano la piazza” e magari lasciano uno strascico di souvenir in rifiuti e non acquistano nemmeno un ricordino in simil vetro.
Venezia cerca di correre ai ripari con nuove aree di raccolta rifiuti differenziati nei luoghi strategici, raccolta notturna, cassonetti della spazzatura galleggianti da trasportare lungo i canali.

La necessità aguzza l’ingegno e forse, se ci prova la molto problematica e preziosa Venezia ci potrebbe pensare anche qualche località balneare, magari con campagne di educazioni mirate al turismo “povero”, visto che la repressione del panino darà pochi frutti, perché il diritto alla vacanza, magari di un giorno, fa ornai parte delle necessità sociali e di consumo alle quali non si rinuncia.

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