[21/08/2007] Parchi

Isole dei famosi

PORTOFERRAIO (Livorno). Nel lontano 30 agosto 2004 Legambiente Arcipelago Toscano, dopo la segnalazione di strane frequentazioni diportistiche, balneari e subacquee di Vip, politici ed aspiranti Vip e portaborse, nelle aree marine interdette (zona 1) di Montecristo, Pianosa, Gorgona, Capraia, e Giannutri, chiese al parco nazionale dell´Arcipelago toscano, di conoscere, per il 2003/2004, «il numero delle richieste pervenute; il nominativo degli autorizzati, qualifica, tipo di imbarcazioni autorizzate, tipo di attività scientifica o di altro tipo per le quali le richieste di accesso e svolgimento di attività nelle zone marine 1 di tali isole sono state accolte; gli atti autorizzativi rilasciati dall´Ente Parco».

Iniziò così il botta e risposta tra Legambiente e parco che fu battezzato "le isole dei famosi" perché mentre era in corso trapelaronoi nomi (ed alcune ammissioni) di esponenti dell´allora governo Berlusconi, politici di centrosinistra, uomini delle istituzioni, giornalisti, scrittori ed attori e molto vippume assortito.

Circa un mese dopo l´allora commissario del parco Ruggero Barbetti rispose fornendo solo il numero delle imbarcazioni autorizzate (oltre 150) e la generica descrizione dei fini "scientifici" per i quali erano state rilasciate, ma si rifiutò di fornire i nominativi degli Enti e delle persone autorizzate per ragioni di privaci, non dando nessuna spiegazione sugli altri punti.

Legambiente presentò ricorso al difensore civico della regione Toscana, che ordinò al parco di mettere a disposizione dell´Associazione i dati richiesti, ma il Commissario del parco confermò il diniego e l´accesso agli atti perché chi si era recato in barca nelle aree marine proibite di Montecristo e delle altre isole non aveva rilasciato «l´autorizzazione al trattamento dei propri dati e che, trattandosi di documentazione concernente attività implicanti l´utilizzo di sofisticati mezzi tecnologici, dalla loro divulgazione potrebbe derivare un concreto pregiudizio agli interessi dei controinteressati». Il parco mise addirittura un limite di 5 anni prima di poter accedere a quei dati (pubblici).

Legambiente non mollò e si rivolse alla Commissione per l´accesso ai documenti amministrativi della Presidenza del Consiglio dei ministri che rispondeva il 28 giugno 2006 e, pur rilevando che il ricorso del Cigno Verde era stata fatta dopo l´entrata in vigore della legge della legge 151. 2005 (8 marzo 2005), ma prima della sua pubblicazione ed dell´entrata in vigore del nuovo regolamento sull´accesso ai documenti amministrativi (dPR 184/2006), considerava fondata «l´esigenza di dare una sollecita risposta ad una domanda di giustizia».

Per la Commissione del governo il regolamento sul diritto di accesso del parco dell´Arcipelago «non prevede casi di esclusione ai quali i documenti, oggetto della richiesta, possano essere ricondotti. Pertanto, il diniego non trova fondamento» ed anche la privaci c´entra ben poco e spetta ai privati, non al parco, fare eventuale opposizione.

Quindi il parco dovrà fornire a Legambiente i dati di chi si è recato a fare il bagno, ad immergersi e a calare le ancore nel mare di Montecristo, Pianosa e delle altre isole proibito ai comuni mortali e per quali attività "scientifiche" o istituzionali, le sole autorizzabili secondo il Dpr del 1996 che istituisce il parco.

«Ad oltre un anno dall´invio al parco del parere della Commissione per l´accesso ai documenti amministrativi della Presidenza del Consiglio dei ministri – dice Gian Lorenzo Anselmi, presidente di Legambiente Arcipelago Toscano – chiediamo al presidente Mario Tozzi ed alla nuova direttrice del parco finalmente insediata di darci quei dati, anche per capire come mettere fine a privilegi di dubbio gusto di "potenti" che vanno in luoghi proibiti alle persone comuni per fare attività che non possono certo essere contrabbandate per ricerca scientifica. Umberto Mazzantini, rappresentante delle associazioni ambientaliste nel direttivo del parco, aveva sollevato già la questione al momento dell´insediamento dei nuovi organismi dirigenti dell´Area Protetta, ora che anche dal punto di vista tecnico-amministrativo la situazione è pienamente assestata, l´ente parco ci deve quei dati pubblici (in gran parte di pubblici personaggi) che ci sono stati ingiustamente negati»

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