[23/08/2007] Comunicati

La riconversione ecologica dell´economia toscana passa dal Dpef? (1)

LIVORNO. Cominciamo oggi la lettura/analisi del Dpef 2008 della Regione Toscana secondo il criterio direttore della sostenibilità ambientale. Per vedere quale e quanto sia il grado di avanzamento che la nostra regione ha raggiunto (almeno a livello di programmazione) sulla strada della riconversione ecologica dell’economia. Vista la complessità e l’ampiezza del documento lo faremo attraverso più pezzi che cercheremo di approfondire il più possibile. Va detto subito che ci sono luci e ombre, ma andiamo per ordine.

Cominciando proprio dall’introduzione. Dove si legge che «questo Dpef 2008 costituisce l’occasione per effettuare le prime verifiche sulla spinta che riusciremo a immettere già nel 2007, e poi ancora di più nel 2008, da considerare come anni cruciali: quelli dell’avvio delle partite più rilevanti, della conclusione delle questioni ancora aperte, in modo da poter cogliere pienamente entro il 2010 i frutti delle azioni intraprese. Si tratta di scelte basate sulla piattaforma dello stesso Prs e degli altri documenti programmatici adottati dalla Giunta regionale, a partire dall’adozione del Piano di indirizzo territoriale (Pit), del Programma regionale dello sviluppo economico (Prs), dall’impostazione del Piano integrato energetico regionale (Pier), dall’approvazione del Piano regionale di azione ambientale (Praa), dall’avvio del Piano sociale regionale, di quello integrato della Cultura, della preparazione del nuovo Piano sanitario regionale, nonché da momenti politico-programmatici significativi, come le Conferenze regionali dell’agricoltura e dello sviluppo rurale, del turismo, della montagna, dei seminari preparatori di quella del Mare...».

Le azioni previste nel Dpef 2008, si legge successivamente, «permettono anche di rilanciare i temi relativi all’energia, ai rifiuti, ai servizi pubblici locali, al sostegno allo sviluppo, alla sicurezza e qualità del lavoro nell’ottica di un superamento della sua persistente precarietà». E’ questa una prima nota da fare al documento che pone appunto questi temi come ‘da rilanciare’ senza però incrociarli e farne invece parte integrante della programmazione economica regionale.

La conferma di questa sensazione viene confermato sempre nell’introduzione: «Con riferimento alle problematiche relative ai mutamenti climatici, negli ultimi rapporti sullo stato del Pianeta sono emersi alcuni dati di grande rilevanza che stanno facendo discutere tutti i massimi organismi internazionali dall’Onu ai G8, all’Unione Europea. Per avviare il confronto su tali questioni la Giunta regionale ha deciso di indire gli Stati Generali della sostenibilità in Toscana il 2/3 ottobre 2007, che faranno seguito all’iniziativa del Governo nazionale sul clima. Si tratterà di un primo incontro in cui la società toscana ed i suoi attori, gli interessi diffusi, gli esperti, la pubblica amministrazione, saranno chiamati ad individuare risposte e soluzioni perché la Toscana possa portare un contributo al contenimento ed alla mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici, ottenuti migliorando le performance ambientali, sociali ed economiche lanciando la sperimentazione di nuove prospettive di sviluppo e un nuovo modello di società civile sostenibile».

Un po’ di confusione, insomma: da una parte l’energia è un tema da rilanciare, dall’altra i cambiamenti climatici devono servire per «la sperimentazione di nuove prospettive di sviluppo e un nuovo modello di società civile sostenibile». Le due cose ancora si fatica a vederle come legate a doppio filo, ma almeno (e non è poco) si comincia a discuterne e a inserire queste questioni nei programmi economici come appunto lo è il Dpef.

Il “cuore” del Dpef 2008 – si legge più avanti – è costituito al cap.4. Il fatto che venga definito il ‘cuore’ è importante perché è proprio in questo capitolo che si affronta il tema della “Sostenibilità Ambientale dello Sviluppo”. Entreremo più approfonditamente in altri articoli nel merito degli specifici capitoli, mentre ora osserviamo la struttura nella sua interezza. Così notiamo che da una parte si insegue la crescita del Pil e dall’altra si sottolinea (capitolo 1.2) che «numerose ricerche stanno portando l’attenzione su un insieme di indicatori utilizzati per fornire una misura della qualità dello sviluppo, oltre gli andamenti del Pil. Fra questi vi è il cosiddetto Indice di Qualità Regionale dello Sviluppo (Quars), recentemente reso disponibile anche per il 2006. Indicatori in parte simili e convergenti erano stati utilizzati anche nell’analisi condotta dal progetto Toscana 2020».

Ora, siccome questo è l’unico punto in cui si fa riferimento al Quars (salvo errori), non vorremmo che quando l’assessore regionale Bertolucci dichiarò che nel Dpef 2008 sarebbe stato inserito il Quars, intendesse solo (come pare) questa citazione didascalica... e non invece il fatto che anche sulla base di questo indicatore si debba programmasse l’economia.

Detto questo però, ci pare che uno dei punti più avanzati (dal nostro punto di vista) sia quello relativo alle “Azioni e strumenti di attuazione Pir 1.1 – Lo spazio regionale della ricerca e dell’innovazione». Qui infatti si prevedono 80,7 milioni di euro di finanziamenti per il 2008 con azioni progettuali come: ricerca integrata con particolare riferimenti ai settori di rilievo sociale economico e produttivo, all’ambiente e alla salute; realizzazione di azioni di formazione ed animazione volte alla diffusione della ricerca e dell’innovazione tecnologica in campo ambientale; realizzazione di studi ed analisi di supporto alle politiche ambientali e sostegno alla creazione e al consolidamento di reti di imprese, organismi di ricerche, centri di servizi, istituzioni pubbliche, volte all’approfondimento dei quadri conoscitivi, al trasferimento tecnologico, alla diffusione di innovazione, per la soluzione congiunta di problematiche ambientali.

Torna all'archivio