[27/08/2007] Parchi

Disastro-incendi, va riconsiderato il ruolo dei parchi

PISA. Che gli incendi maggiori e più distruttivi -che purtroppo continuano- abbiano riguardato soprattutto alcuni dei più grandi parchi nazionali e regionali del sud non può certo essere considerato un caso. Intanto perché conferma che alcuni dei territori più ricchi di natura oggi sotto tiro sono all’interno di aree protette spesso di abbastanza recente istituzione. Ma evidentemente c’è dell’altro sui cui forse finora si è poco riflettuto.

Non penso certo a strategie definite o ancor meno a complotti, ma è difficile sfuggire all’impressione che la ‘scelta’ di quei territori sia dovuta anche e rappresenti un riconoscimento che proprio dai parchi può venire una tutela e una politica ambientale più efficace che a più d’uno non piace e non si fa scrupolo di contrastarla anche con mezzi criminali. D’altronde non è neppure la prima volta sebbene in questo caso la situazione abbia assunto un livello di guardia gravissimo mai raggiunto nel passato.

Se i parchi sono nell’occhio del ciclone bisogna chiedersi quindi –cosa che finora non mi pare abbia interessato più di tanto- cosa possono e debbono fare i parchi –certo non da soli- per respingere questo attacco criminale. Si è detto con giusta preoccupazione che solo un comune su quattro ha provveduto a fare il catasto dei territori percorsi dal fuoco.

Ma ci sono regioni come la Liguria dove sono 1 su 2 ed è così anche in altre regioni del centro nord specie in quelle che hanno una notevole presenza di aree protette. Il che vuol dire che la media al sud è più bassa ancora. Tanto che si è chiesto che siano le prefetture a dover provvedere alle inadempienze comunali. Vadalà del Corpo forestale dello Stato su Il Sole -24 Ore di domenica ha detto che «quello che non riesce a funzionare (con i comuni) è il divieto di pascolo e di caccia. Perché per applicarlo bisogna che i Comuni provvedano alla tabellazione di questi terreni’ vale a dire disponessero un cartello con l’indicazione del divieto.

Mi chiedo: ma non è proprio questa funzione di monitoraggio e gestione propria dei parchi e delle aree protette? E’ solo un esempio che conferma però che anche dinanzi al fenomeno degli incendi quello che emerge è che per i parchi oggi vanno e alla svelta riconsiderate funzioni e compiti che implicano ovviamente anche messa appunto di provvedimenti relativi alle risorse e al personale. I parchi specialmente nazionali sono usciti dalla gestione del governo Berlusconi con le ossa rotte. Anche per questo oggi sono più vulnerabili e proprio per questo richiedono oggi misure e una attenzione -che è aumentata- ma che è ancora insufficiente.

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