[27/08/2007] Trasporti

Auto e carburanti, la Russia copia dall’Ue la politica che non piace alle industrie

LIVORNO. Secondo quanto detto durante il cinquantottesimo incontro della stampa automobilistica da Bernd Bohr (Nella foto), presidente della divisione automobili della Bosch, una dei maggiori fornitori di componenti di automobili in Europa, le industrie del settore si vedranno obbligate ad investire circa il 10% del loro bilancio in innovazione tecnologica per rispettare le nuove norme europee. «Il passaggio a norme più restrittive relative ai gas di scappamento – ha detto Bohr – diventano per noi sempre più costose».

Secondo gli impegni volontari presi dalle industrie automobilistiche europee, la riduzione delle emissioni di CO2 per i motori a benzina deve passare da 189 g/km a 139 g/km entro il 2008 e per la Bosch questo costerà tra i 500 e i 1.200 euro in più per ogni auto. La riduzione ulteriore di emissioni a 120 g/km prevista entro il 2012, alzerà ulteriormente i prezzi tra gli 800 e i 1.600 euro per auto, e il traguardo futuribile di 100-105 g/km, costerebbe tra i 1.500 e i 2.000 euro in più. Nonostante le pubblicità ecologico-sociali delle varie marche automobilistiche, le industrie cominciano a chiedersi se l’inasprimento continuo delle norme ambientali europee sia giustificato e se il costo valga i risultati ottenuti.

Ma l’Unione Europea sembra aver trovato un inaspettato alleato: la Russia, dove l’aria delle città lascia sempre più a desiderare e, scordato lo scarso traffico sovietico, le auto sono diventate la principale causa dell’inquinamento atmosferico. Anche la federazione Russa si è recentemente impegnata a inasprire le normative sui gas di scarico automobilistici, intanto cominciando ad attuare, anche se non le ritiene sufficienti, le norme di emissione “Euro-4” in vigore nell’Ue, ma per far questo ha anche bisogno di carburanti conformi a standards moderni di purezza e qualità che l’immenso Paese zeppo di petrolio oggi non ha.

La Russia ha cominciato da pochissimo a porsi il problema dell’ecologia dei trasporti e fino al 2006 il Paese continuava ad importare tranquillamente auto che nell’Ue non potevano entrare perché violavano le norme ambientali “Euro-2”, mentre una nuova legge prevede che la norma “Euro-3” entrerà in vigore in Russia il primo gennaio 2008 e sarà proibito importare e fabbricare auto che non rispettino la norma “Euro-4” a partire dal 2010, mentre il passaggio ad “Euro-5” è previsto per il 2015. Una previsione di progresso rapidissima (forse troppo…) se si pensa che oggi l´industria automobilistica russa comincia appena a familiarizzare con Euro-3 ed Euro-4, e che l´Unione europea, il principale esportatore di auto in Russia, è appena arrivata agli Euro 4 dopo aver fatto faticosamente e lentamente tutta la trafila per la quale la Russia vuol bruciare i tempi.

Ma la Russia per la sua qualità dell’aria nelle città non ha solo il problema di far acquistare ai sui cittadini auto ecologiche: in uno dei Paesi leader per la produzione di petrolio, i carburanti “sostenibili” sono quasi sconosciuti, il tasso di raffinazione è estremamente basso, la domanda di carburante di qualità minima e mancano norme moderne e obbligatorie per benzina e gasolio.

Ma il miglioramento c’è stato, trainato dai nuovi ricchi e dalla nuova borghesia che vedono nella macchina uno status symbol: “solo” il 55% delle auto russe non rispetta la norma Euro-2 (erano il 90% nel 2000) e per il futuro il governo pensa di introdurre incentivi fiscali per acquistare auto più moderne, seguendo l’esempio dell’Ue. Le compagnie petrolifere stanno cercando di modernizzarsi per sostenere la concorrenza internazionale (ed espandersi nuovamente nei Paesi dell’ex Urss) ed in vestono tra i 30 e i 37 miliardi di euro nelle nuove tecnologie di raffinazione per passare a produrre di benzina “Euro-4”.

Nel mese di agosto il governo ha preso in esame un progetto di regolamento tecnico di qualità per i carburanti che dovrebbe essere approvato nel 2008, costringendo le raffinerie russe a produrre gasolio e benzina di migliore qualità. Insomma, la Russia copia l’Unione Europea come modello di modernizzazione ambientale, ne ha un gran bisogno ed è bene sperare che ce la faccia rapidamente.

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