[28/08/2007] Comunicati

Il turismo malato dell´Elba è anche figlio della scarsa attenzione a ricerca e innovazione

Lancisi, sul Tirreno con i suoi “malati di turismo” introduce ad una valutazione della stagione turistica 2007. Come sempre, luci ed ombre; qualcuno parla di crisi e costi in aumento, di presenze in diminuzione, di troppi turisti in luglio ed agosto e del vuoto dopo, della necessità di destagionalizzare. Niente di nuovo. Però l’inchiesta consente di apprezzare un clima culturale e induce qualche stimolo o riflessione.

In riferimento all’isola d’Elba quanto emerso non meraviglia: destagionalizzare e diversificare sono convinzione comune, diffusa, ma concorrenza territoriale, egoismi, e protagonismi, sembrano costituire un limite difficile da rimuovere. Per esempio, ascoltando produttori e consumatori, amministratori, non sembra emergere una necessità di investire in innovazione e ricerca, non tanto nel turismo, quanto in settori che di questo possono essere condizione essenziale e trainante.

Penso ad una agricoltura di qualità, non solo vitivinicola, alla corretta gestione delle risorse marine compresa l’itticoltura, alla nautica da diporto e perché no a produzioni di nicchia, ma di qualità come dimostrano i casi Locman o Acqua dell’Elba, nella produzione e gestione di public utility. Cioè a attività produttive e di ricerca che non riducano la popolazione locale a forza lavoro stagionale o a forza lavoro migrante, quindi privino l’isola di un rinnovamento di classe dirigente, pubblica o privata che sia.
Dopo “malati di turismo” si dovrebbe quindi discutere tanto e in tanti delle iniziative da intraprendere per agire nel turismo ed oltre il turismo.

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