[29/08/2007] Comunicati

La riconversione ecologica dell´economia toscana passa dal Dpef? (3)

LIVORNO. Proseguendo l’analisi del Dpef 2008 della Regione Toscana, arriviamo al già citato capitolo intitolato Programma strategico 3: “Sostenibilità ambientale dello sviluppo”. Nel quale, come priorità per la seconda parte del 2007 e il 2008, vengono elencate queste cinque: Politiche di ecoefficienza per il rispetto di Kyoto e qualità dell’aria; Sostenibilità e competitività del sistema energetico; Efficienza e sostenibilità nella politica dei rifiuti; Governo unitario e integrato delle risorse idriche e per il diritto all’acqua; Sviluppo sostenibile del sistema della montagna toscana. Come nuovi strumenti normativi che la Regione prevede di adottare ci sono la legge in materia di concessione geotermiche e quella sull’emergenza idrica (da tempo attese). Mentre come nuovi strumenti di programmazione, vengono previsti (non ci sono scadenze precise ma un generico 2007-2008) il Piano regionale di risanamento e mantenimento della qualità dell’aria e ambiente e il ‘richiestissimo’ Piano di indirizzo energetico regionale.

Oggi ci occupiamo della prima priorità indicata, quella del rispetto del protocollo di Kyoto, ma partiamo innanzi tutto dall’introduzione del Programma 3. Dove si legge che «per quanto riguarda le politiche ambientali, occorre tener presente che i Pir (piano di indirizzo) qui richiamati comprendono soltanto in parte l’insieme delle risorse e delle attività che la Regione prevede di intraprendere nei prossimi quattro anni per la tutela, valorizzazione e conservazione dell’ambiente».

Infatti la Regione, come noto, ha messo in piedi un altro strumento ritenuto fondamentale che è il Praa (Piano Regionale di Azione Ambientale 2007-2010). Uno strumento, dicono nel Dpef, che definisce le strategie di attuazione delle politiche regionali in materia ambientale, e che costituisce strumento di attuazione del Piano regionale di sviluppo, prevedendo tutta una serie di interventi volti a coprire un insieme di tematiche ambientali volte alla realizzazione di uno sviluppo sostenibile regionale.

Tali risorse ulteriori sono destinate – si legge sempre nell’introduzione - a integrare e rafforzare gli interventi previsti nei Pir con riferimento ad alcune problematiche ambientali specifiche (quali l’erosione costiera, i rifiuti, le bonifiche) indispensabili per realizzare interventi di conservazione della natura, tutela della biodiversità e sviluppo delle aree protette, o anche azioni di prevenzione del rischio sismico. E qui viene spontaneo fare una osservazione: si parla genericamente di erosione costiera senza che, lo abbiamo detto nel pezzo di ieri, questo problema venga incrociato minimamente con lo sviluppo dei porti turistici. Ora non vogliamo dire che le due cose siano sempre e comunque l’una conseguenza dell’altra, ma ci domandiamo come si pensa di porre rimedio a queste criticità semplicemente dicendo di farlo e se non sia il caso di preveder a monte una migliore analisi di questo fenomeno, piuttosto che prevedere rimedi a valle.

Particolare attenzione – si dice dopo - è poi dedicata alla tutela della popolazione dall’inquinamento acustico, dall’inquinamento elettromagnetico e dalle radiazioni ionizzanti. Inoltre, è prevista una serie di interventi tesi ad approfondire, migliorare ed integrare i quadri conoscitivi, le azioni di comunicazione ed educazione ambientale e numerosi studi e ricerche a supporto della programmazione ambientale.

Così si arriva al suddetto paragrafo “Politiche di ecoefficienza per il rispetto di Kyoto e qualità dell´aria”. Come abbiamo detto prima, sull’ambiente questo Dpef cerca di incrociarsi al meglio con il Praa e del quale infatti riporta le quattro aree di azione prioritaria: cambiamenti climatici; natura, biodiversità e difesa del suolo; ambiente e salute; uso sostenibile delle risorse e gestione dei rifiuti. Poi però come atti cogenti si dice che in corso d’anno (2008) sarà data attuazione al Praa e al Piano di risanamento della qualità dell’aria secondo le azioni e gli strumenti specificati per i quali sono previsti fondi pari a 5.5 milioni di euro. Un po’ poco, ci pare, anche se sembra di capire il Praa ha altre risorse a disposizione.

Inoltre la prima azione prevista “Rafforzamento dell’osservatorio regionale di Kyoto, centro di informazione e assistenza per la Regione Toscana e gli enti locali”, ha un fine che ci pare un po’ inconsistente: “l’elaborazione di strategie per il protocollo di Kyoto”. Siamo dunque ancora al livello di dover progettare le strategie quando è ormai già tema in Ue quello del post-Kyoto? Altrettanto poco efficaci si sembrano gli strumenti di attuazione: “Aggiornamento del monitoraggio delle emissioni di gas effetto serra e analisi del bilancio di CO2. Informazione e divulgazione dati”. Al tero punto c’è invece la “Riduzione delle emissioni in atmosfera e miglioramento della qualità dell’aria nelle aree urbane” ma per capire che cosa questo significhi a livello di strumenti bisognerà aspettare (si spera non tanto) il Piano regionale di risanamento e mantenimento della qualità dell’aria ambiente (Prrm) oltre a un previsto “accordo con i Comuni per gli ecoincentivi per la promozione della mobilità sostenibile”.

La parte più interessante ci pare quindi il punto quattro, “Sviluppo, implementazione di tecnologie pulite e applicazione direttiva Ippc (Prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento ai sensi della Direttiva 61/97/CEE e del D.lgs. 372 1999)” che prevede come strumenti di attuazione “Incentivi alle imprese per programmi di innovazione tecnologica”. Di certo, però, se (e ribadiamo se) tutto questo dovrà essere fatto con quei 5.5 milioni di euro soltanto, c’è la possibilità di non riuscire a concretizzare un granché.

Torna all'archivio