[29/08/2007] Urbanistica

Le tempeste mangiano la Grande Muraglia Cinese

LIVORNO. Quello che non sono riuscite a fare i millenni, le orde mongole e i terremoti, potrebbe farlo il cambiamento climatico. La Grande Muraglia cinese, unico manufatto umano visibile dallo spazio, è messa in grave pericolo dalle tempeste di sabbia che imperversano nella provincia di Gansu e che stanno riducendo pezzi della Muraglia in ponticelli di terra, fino a farli sparire entro una ventina d’anni, almeno a sentire quanto detto a Lanzhou da archeologi cinesi.

L’agenzia Xinhua rferisce che Zhou Shengrui, un anziano conservatore del museo del distretto di Minqin, ha detto che già negli anni ´80 un’inchiesta nazionale aveva registrato la presenza di oltre 60 km della Grande Muraglia nel distretto, ma che questa stava già scomparendo a grande velocità.

Infatti la muraglia cinese non è ovviamente costruita tutta nello stesso modo che vediamo in cartoline e documentari. «Questa parte – spiega Zhou – è stata costruita con il fango, invece che con mattoni e pietre, ed è più soggetta all’erosione. Con il tempo la Muraglia è diventata più fragile e il fango si trasforma in sabbia che vola via».

Le coltivazioni intensive iniziate sotto il maoismo dopo gli anni ’50, hanno succhiato l’acqua di falda, distruggendo il delicato equilibrio ecologico locale. Il lago Qingtu, che si estendeva su 400 km2 ed era profondo 60 metri, si è completamente prosciugato in trent´anni, ed ora è diventato parte del deserto di Badain Jaran.

Dopo la distruzione di questo habitat l’area di Minqin é diventata la sorgente di tutte le maggiori tempeste di sabbia del nord-est della Cina. E le tempeste sempre più frequenti mangiano letteralmente il fango della Muraglia: più di 40 chilometri sono già spariti negli ultimi 20 anni e solo 10 km resistono ancora, la sua altezza è diminuita da 5 metri a meno di 2 e i turisti che venivano ad ammirarla con tour organizzati sono spariti completamente.

Gli abitanti della zona cercano di salvare la Muraglia coprendola di sabbia e terra e fare in modo che le tempeste, prima di attaccare l’enorme monumento storico, si scontrino con questo strato protettivo, tanto da permettere di guadagnare un po’ di tempo per far crescere le barriere protettive di piante ed alberi che si stanno piantando.

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