[30/08/2007] Consumo

Industria del mobile e chimica europea alleate per la qualità

LIVORNO. Sia l’Annual market review delle Nazioni Unite (Unice/Fao), sia il Timbertrade action plan, confermano che la Cina sta polverizzando i precedenti primati nel mondo del legno al punto che entro il 2010 il gap fra domanda e offerta di materie prime in Cina (nel campo dei segati, dei tronchi, della polpa di legno e dei compensati) potrebbe raggiungere i 130 milioni di metri cubi entro il 2010.

Nei primi sei mesi del 2007 l’esportazione di prodotti in compensato made in China è cresciuta del 50% raggiungendo 1,34 miliardi di dollari, l’export di fibre di legno di oltre il 150%. Le porte esportate dalla Cina sono cresciute di quasi il 30%, sforando quota 210 milioni di dollari. Metà delle esportazioni cinesi di mobili riguardano componenti di arredo in legno e nel 2006, con un incremento record del 39% sul 2005, hanno raggiunto gli 8,8 miliardi di dollari di valore.

Sulla base di questi dati il Centro studi di Italia in movimento di Genova ha pubblicato un report incrociando i dati relativi alla Cina sulla produzione e sul commercio mondiale di prodotti forestali, nonché delle statistiche sull’industria del mobile e sui vari prodotti del legno. Italia in movimento fotografa quindi «un eccesso di produzione in Cina rispetto ai volumi di materia prima disponibile; il ricorso, per far fronte a questo squilibrio, a filoni di importazione parallela e non controllata, in violazione delle norme sulla difesa dell’ambiente e la conservazione delle foreste tropicali; una concorrenza spietata sui prezzi dei mobili made in China, destinati ad affluire in quantitativi sempre più massicci (anche sotto la formula del mobile etnico) sui mercati europei; un utilizzo non monitorato, durante le fasi di produzione in Cina, di prodotti chimici e in particolare di vernici da legno a rischio, con potenziale contenuto tossico (anche piombo) come già avvenuto nel caso dei giocattoli oggetto di ritiro da parte del distributore Mattel, ma ancora prima, nel giugno scorso, in Gran Bretagna e negli Stati Uniti, di popolari giocattoli in legno, oggetto di un massiccio provvedimento di sequestro».

Il centro studi di Italia in movimento quindi conclude ricordando la diversa situazione normativa tra Europa e Cina: « Mentre la chimica europea (anche in virtù della nuova convenzione Reach) è strettamente controllata e monitorata, e ciò vale in particolare per le vernici, comparto in cui l’Italia è paese leader, non altrettanto si può affermare per la Cina. La cui crescita inevitabilmente avrà un impatto sulla filiera italiana del mobile, specie sulla fascia di prezzo medio-bassa, che già oggi denuncia una penetrazione di mobili a basso costo, talora mascherati sotto “l’appeal” etnico».

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