[31/08/2007] Comunicati

Crescita, sviluppo, progresso, sono sinonimi?

LIVORNO. In italiano è stata tradotta con il poco serioso epiteto di “Commissione per la liberazione della crescita”, che ricorda da vicino i terribili fronti spontanei di moda qualche anno fa per liberare i nani nei giardini delle villette, ma quella varata dal presidente francese Nicolas Sarkozy, è terribilmente più pericolosa.

Lasciando da parte i proclami che hanno esaltato la platea degli imprenditori francesi (addio alle 35 ore, taglio dei dipendenti pubblici, tagli ai contributi, licenziamenti facili…) ieri si è insediata ufficialmente la commissione che ha il compito di elaborare proposte e misure in grado di rimuovere i freni della crescita e che è composta da una quarantina di esperti (tra cui gli italiani Bassanini e Monti) di economia, ma anche di letteratura e psichiatria (perché come ha detto il presidente della nuova commissione Jacques Attali, «uno dei principali freni della crescita è che la Francia non è allegra. Uno psichiatra, meglio di altri, potrà spiegarci i motivi».

La situazione potrebbe essere liquidata con una battuta: “finalmente Sarkozy ha detto e fatto qualcosa di destra”. Ma è proprio questo il nocciolo della questione e della preoccupazione: questa commissione “trasversale” perché riunisce 43 personaggi appartenenti a diverse connotazioni politiche, è emblematica della deriva ideologica ( altro che caduta delle ideologie!) che permea ancora l´idea di progresso, ovvero il dogma della crescita. E se ci si poteva aspettare un po’ di dialettica fra destra e sinistra almeno sulla qualità della crescita, anche questa speranza svanisce. L´aver affidato la guida di questa commissione al socialista Attali non è né un ripensamento politico dell’ex consigliere di Mitterand, né una deriva a sinistra del nuovo governo francese: perché è lo stesso Attali a dichiarare candidamente che non si tratta di un problema di destra o di sinistra, ma di un incarico accettato «per mettermi al servizio al mio Paese». Non esistono più confini quindi, perché il bene del Paese, di un qualsiasi Paese, è crescere ela crescita sembra il vero comun denominatore di destra e sinistra. L´unico terreno di competizione rimasto si limita a chi lo fa di più (nemmeno meglio).

C’è chi si augura che commissioni del genere vengano varate in tutto il mondo (come se tutto il mondo potesse crescere all’infinito pur essendo un pianeta finito) chi si limita ad auspicarlo per l’Italia, e chi pare dimostrare con i fatti che se anche la commissione in Italia per ora non c’è, la pensa allo stesso modo, usando come sinonimi i termini “crescita” “sviluppo” e “progresso” e incassando le benedizioni dei vertici degli industriali.

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