[03/09/2007] Rumore

Condizionatore troppo rumoroso, cittadini contro un albergo in ristrutturazione

LIVORNO. Entro il 30 settembre gli uffici tecnici del comune di Livorno dovranno emettere il “responso” sull’impianto di condizionamento dell’Hotel Palazzo, sulla base delle memorie depositate da comune, Arpat, Asl 6, legali del comitato e dal gruppo Bulgarella che sta ristrutturando lo storico albergo sul lungomare livornese.
E’ ormai in atto da mesi lo scontro diretto fra i il comitato di cittadini e la proprietà che vuole realizzare nel giardino del dell’hotel la cabina contenente i motori dei condizionatori: che probabilmente provocherà rumore, vibrazioni e una colonna ascensionale d’aria calda e umida.

«Una colonna che corrisponde al volume di un palazzo di 10 piani avente una base di 50 metri per 50 metri - dichiara il presidente del Comitato Massimo Biondi - Una così consistente massa d’aria sarà emessa per ogni ora di funzionamento di tale apparecchiatura, un cubo di 5 metri per 2, alta due metri e mezzo che si trova sotto le finestre di alcuni palazzi del quartiere».

«Non occorre essere super esperti per intuire che tale localizzazione corrisponda ad una scelta sciagurata e intollerabile – continuano dal comitato - Grazie alla nostra mobilitazione è stato finalmente presentato un progetto di impatto ambientale che mancava all’inizio dei lavori, anche se per ora la localizzazione non è stata cambiata».

Il rumore accompagna da sempre la vita dell’uomo, ma solo da qualche tempo è stato riconosciuto come possibile fattore di inquinamento, ma soprattutto come minaccia alla salute: che provoca fastidio o disturbo al riposo e alle attività umane, che crea pericolo per la salute, che deteriora gli ecosistemi, i beni materiali, i monumenti, l’ambiente abitativo o l’ambiente esterno.
Ed è questa la definizione di “inquinamento acustico” della legge quadro 447/1995, la prima legge che ha disciplinato in materia organica la questione del rumore e che ha fatto del bene salute dell’uomo l’oggetto principale della sua tutela.

Prevede dei valori limite di emissione e immissione in base alle sorgenti sonore e in riferimento alle diverse destinazioni d’uso in cui dovrebbe essere diviso il territorio comunale (“zoonizzazione acustica”, che a Livorno esiste e corrisponde per lo più con il piano strutturale).

Ma affiancato a tale strumento normativo il legislatore ne prevede uno specifico e di portata generale che affonda le sue radice nella tutela del diritto di proprietà e sul concetto di normale tollerabilità non solo del fattore rumore ma anche di altra emissione.

L’articolo è l’844 del codice civile secondo cui il proprietario di un fondo non può impedire le immissioni di fumo o di calore, le esalazioni, i rumori, gli scuotimenti e simili propagazioni derivanti da un fondo vicino “se non superano la normale tollerabilità, avendo riguardo alla condizione dei luoghi”.

Naturalmente l’applicazione di questa norma è devoluta al giudice competente una volta adito, il quale dovrà contemperare le esigenze della produzione con le ragioni della proprietà.
Uno strumento privato per la tutela – per un verso - della salute dei cittadini, ma da applicare con le dovute attenzione dal giudice competente.

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