[04/09/2007] Acqua

Risparmiare il 40% d´acqua? L´Ue ci crede

LIVORNO. «In un mondo colpito dalla scarsità di acqua e dalla siccità dobbiamo urgentemente porre fine al tremendo spreco di acqua in Europa. L’efficienza idrica deve essere al centro delle nostre politiche. E’ possibile risparmiare una grande quantità di acqua. I comportamenti di riduzione degli sprechi idrici da parte dei cittadini e delle industrie possono essere attivamente incoraggiati». Lo ha detto il Commissario all’ambiente Stavros Dimas nei giorni scorsi e la conferma che questo è possibile arriva da uno studio della Commissione pubblicato per la riunione informale del Consiglio dei ministri dell’Ambiente a Lisbona (sabato scorso). Lo studio della Commissione stima che l’efficienza idrica potrebbe portare ad una riduzione dell’uso di acqua del 40% solo attraverso i miglioramenti tecnologici e che cambiamenti nei comportamenti umani potrebbero portare a livelli ancora superiori.

A luglio la Commissione ha definito una serie di iniziative da intraprendere per garantire la disponibilità di acqua per le varie attività umane, sociali ed economiche. In quella occasione ha presentato anche una serie di opzioni politiche. Al centro delle misure individuate c’era il bisogno di ridurre la quantità di acqua usata in Europa, migliorando la gestione delle fonti idriche disponibili nel Continente.

Inoltre, si prevede che l’uso dell’acqua da parte dei cittadini, nell’industria e nell’agricoltura aumenterà del 16% entro il 2030. Contrariamente, l’uso di tecnologie di risparmio idrico e il miglioramento della gestione irrigua nei settori industriali e alimentari potrebbero ridurre gli eccessi di circa il 43% mentre le misure di efficienza idrica potrebbero ridurre lo spreco d’acqua di un terzo.

Per consentire un maggiore risparmio di acqua e una maggiore efficienza è importante agire anche su come l’acqua è condotta all’utente e come questi la usa. Introdurre obbligatoriamente contatori di acqua e promuovere l’installazione di riduttori di flusso sui rubinetti, nelle docce e nei bagni, per esempio, potrebbe ridurre ampiamente il bisogno individuale di uso domestico. E queste azioni possono essere fatte al di là del fatto che la gestione della risorsa sia pubblica o privata. Il documento però non parla di efficienza e di efficacia della gestione del servizio, se preso come criterio direttore, dovrebbe dare concreti risultati.

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