[04/09/2007] Rifiuti

Rifiuti di Bagnoli a Piombino, perché no

PIOMBINO. Voglio per un attimo dichiararmi convinto che ciò che vanno dicendo i sostenitori dell’”Accordo” anzi voglio andare oltre le assicurazioni su “lavaggi”, trattamenti vari e controlli dei carabinieri che dovrebbero garantire la”natura” finale dei fanghi che si vorrebbero trasferire da Bagnoli a Piombino.
Mettiamo che quello che dovrebbe arrivare a Piombino fosse borotalco. Innocuo profumato e bianco borotalco.
Direi egualmente no.

E mi spiego. Ci sono due questioni fondamentali la prima riguarda la democrazia, la seconda il merito della vicenda.
Del futuro della colmata di Bagnoli se ne discute ormai da più di un decennio ( sono trascorsi 14 anni dalla chiusura dell’impianti siderurgici) e per tutti questi anni si sono confrontate tesi opposte sul da farsi. Ci sono pagine su pagine di relazioni tecniche accompagnate da analisi dei suoli, del mare e dell’ambiente complessivamente interessato dalla presenza della colmata.
Si sono costituite società come la Bagnoli SpA a cui successivamente è subentrata Bagnoli Futura che in questi anni senza bonificare un granello di quella “venefica collina” (come la chiamano i napoletani) hanno sperperato ben 1000 miliardi di Lire.
Si era deciso infine che quella collina andava rimossa, e i fanghi sarebbero finiti, dopo i necessari trattamenti nelle future vasche della Darsena di Levante del porto di Napoli.

In tanto il 3 Marzo 2007 su la Repubblica emergono notizie inquietanti sulla bonifica dei suoli, il Prof. De Vivo già membro della commissione esperti a supporto del Comitato di Alta sorveglianza dei siti ex industriali denuncia che il trattamento di lavaggio dei fanghi contaminati da IPA con il “soil washing”, a quest’ultimi “ gli farebbe il solletico”. Infatti si è registrato un abbattimento solo del 10%.

Ma a Napoli l’imperativo è far presto. L’Accordo di Programma stipulato tra il Ministero dell’Ambiente, autorità napoletane e campane (non ché Min. Lav. Pubblici, Trasporti e Infrastrutture) sta per scadere, entro il 30 Ottobre la partita va chiusa, pena perdere i nuovi fondi stanziati per la bonifica.
E’ nel periodo Febbraio – Marzo, che qualcuno in sordina, a nome di tutta la città fa conoscere ai dirigenti ministeriali la disponibilità del porto di Piombino a togliere la patata bollente e prendersi la famosa colmata. Partono in gran segreto studi di fattibilità preparati da Sviluppo Italia per quanto riguarda i tempi del trasferimento a Piombino dei materiali della colmata.

Ed è a Marzo che il Presidente dell’Autorità Portuale di Napoli Nerli Francesco invia una preoccupatissima ed accorata lettera al Dott. Mascazzini ricordandogli gli impegni presi per la realizzazione della Darsena di Levante che potrebbero essere pregiudicati dalla scelta di Piombino, non trascurando di ribadire l’impegni finanziari promessi dal Ministero dell’Ambiente.
Naturalmente a Piombino nessuno sa niente o finge di non sapere, e quando sulla stampa locale trapela la notizia, il Sindaco Gianni Anselmi, taglia corto dichiarando pubblicamente che a Piombino “di quella roba” ce ne abbiamo anche troppa.

Per i piombinesi è ovvio che la vicenda è chiusa. E invece No.
Salta fuori (e lo fa Rifondazione Comunista piombinese) una lettera del sindaco Gianni Anselmi che (siamo ad aprile) in via del tutto riservata e senza portarne a conoscenza il Consiglio Comunale e i cittadini, la città di Piombino è disponibile a firmare l’accordo per il trasferimento dei fanghi entro il 30 Luglio,a patto che ci siano garanzie certe per la realizzazione della strada 398.

E’ da notare che la disponibilità del sindaco si riferisce ad un accordo che prevede l’arrivo a Piombino di 400 mila tonnellate di fanghi già classificati come pericolosi .
Si arriva così ai primi di agosto, tutto è pronto, fanno sapere sulla stampa da Napoli, manca solo la firma dl Sindaco di Piombino che visto il carteggio è scontata. Il resto è storia di questi giorni.

Dunque, se c’è una cosa che il Sindaco Anselmi si è bruciato nel rapporto con i cittadini è la fiducia, che certamente non può essere concessa a chi ha operato in tutta fretta e segretezza,
Per credere alle assicurazioni, che di fronte all’immediata protesta dei cittadini, il Sindaco si è affrettato ad offrire occorrerebbe fiducia, una merce preziosa che non la si perde e si riguadagna nel lampo di un giorno.

E siamo alla seconda questione, quella del merito.
Anche se fosse borotalco, ho detto. Il costo stimato per trasferire la colmata di Bagnoli nelle vasca che saranno costruite a Napoli è stato stimato in 18 milioni di Euro, mentre per il trasferimento degli stessi fanghi della colmata nelle vasche del porto di Piombino ne occorrerebbero ben 62 milioni di Euro, (44 milioni di differenza).

Che senso ha uno spreco così grande di denaro?
Che senso ha armare una flotta di 3000 navi per inaugurare (come pomposamente dice Pecoraro Scanio) l’autostrada del mare, attraversando il Tirreno con un carico così singolare?
Si risponde che a Napoli le vasche ancora non ci sono e che saranno pronte non prima di 24 mesi. Ma anche a Piombino la TAP è solo una sigla e soltanto in autunno partiranno le gare di appalto per i lavori di costruzione dell’impianto che presumibilmente sarà pronto tra 18 mesi. Si può ragionevolmente sostenere che per un ritardo di soli sei mesi( dopo 11 anni d’inerzia e sperperi vale la pena di mettere in viaggio la colmata e sperperare la bellezza di 44 milioni?

Ma c’è di più la TAP per sua natura (come prevede il decreto Bersani) non può in nessun caso trattare rifiuti che non siano trattati in loco.

Del resto come tutti sanno la TAP non ha ancora richiesto il VIA per l’autorizzazione a trattare rifiuti classificati come pericolosi, nemmeno quelli prodotti da un eventuale lavaggio dei fanghi.
Ancora nel merito ci sarebbe da dire sull’accostamento delle navi senza un molo di attracco e sulla inevitabilità di reperire aree per lo stoccaggio “provvisorio” dei fanghi e sulla non meglio precisata piattaforma marina su cui piazzare il discutissimo impianto di “soil washing”.

Non ultima la questione dei finanziamenti. L’”accordo” ne copre solo il 22% appena necessario per coprire la prima fase.
Il sindaco da una risposta inquietante: quei soldi le recupereremo accogliendo nelle vasche rifiuti (di non si sa bene quale provenienza e che comunque non coprirebbero oltre il 40% delle necessità finanziarie) da altri siti..
E’ come se un sindaco pensasse di costruire una scuola senza un soldo in bilancio, contando di pagarla con le tasse scolastiche dei futuri alunni.

Ma c’è di peggio: Allora si vuole davvero fare di Piombino la capitale dei rifiuti?
Concludendo si tratta di una operazione che non regge e fa acqua da tutti i punti di vista. Si configura soltanto come un enorme spreco di risorse per sostenere un progetto concepito fuori da ogni trasparenza e che solleva legittimi e inquietanti interrogativi. C’è di che riflettere soprattutto da parte di coloro che si sperticano nel chiedere vistosi tagli alla spesa pubblica pensando ai servi sociali piuttosto che a progetti come questo.

*Comitato No Fanghi

Torna all'archivio