[05/09/2007] Parchi

Incendi e caccia: bene il governo per ambientalisti e cacciatori, ma resta il nodo preaperture

LIVORNO. Animalisti Italiani, Enpa, Lipu e Wwf hanno accolto bene la decisione del governo di adottare entro il 14 settembre un’ordinanza per la reale applicazione del divieto di caccia nelle zone incendiate, con la possibile estensione a quelle limitrofe.

«E’ un primo risultato, doppiamente positivo – dicono le associazioni in un comunicato congiunto - perché da un lato si sblocca l´azione su mappatura e accatastamento delle zone incendiate, facendo in modo che in esse si applichino quei divieti, a cominciare dal divieto di caccia, che seppure previsti dalla legge sono molto spesso ignorati; e dall´altro si assume finalmente come degna di attenzione una delle gravi conseguenze degli incendi: i danni alla fauna selvatica. L´estensione del divieto di caccia a zone più ampie di quelle bruciate può rappresentare un notevole giovamento ad animali fortemente provati dai gravi fatti delle ultime settimane».

Ma gli animalisti chiedono di fare di più: «Gli incendi hanno causato danni che al momento è impossibile quantificare ma che sono sicuramente di straordinario rilievo qualitativo. Molti animali hanno perso l´habitat, i siti di allevamento della prole, i luoghi dove alimentarsi o nascondersi. Come se non bastasse, nei prossimi giorni questi animali saranno sottoposti ad un´ulteriore pressione quale quella della caccia. Sospendere le residue preaperture, posticipare l´avvio della stagione nelle regioni più colpite, come opportunamente chiesto dal ministro dell´ambiente, e adottare una moratoria in Sicilia e Campania, zone in cui la natura è stata messa in ginocchio dal fuoco, sono azioni doverose che il Governo e le regioni non possono esimersi dal compiere. Le Regioni inoltre - concludono le quattro associazioni - inseriscano subito le aree incendiate nel contesto dei piani paesistici, integrandone la disciplina e dunque predisponendo, in tal modo, un ulteriore strumento di tutela territoriale rispetto alle mire speculative di chi, degli incendi, ha fatto e continua a fare un vero e proprio business».

Anche a Marco Ciarafoni, presidente del Consiglio nazionale Arci Caccia sembra «giusta, ragionevole ed equilibrata la decisione assunta dalla conferenza Stato regioni di affidare ad un successivo confronto tra i ministeri delle politiche agricole e dell´ambiente, dopo aver consultato le associazioni venatorie e le istituzioni territoriali, la definizione di una ordinanza per rendere operativo il divieto dei caccia nelle zone colpite dagli incendi come peraltro prevede già la legge nazionale».

Ma il rappresentante dell’Arci Caccia non risparmia una stoccata a Pecoraro Scanio: «scegliendo il metodo della concertazione si afferma il principio della democrazia partecipativa e consapevole rispetto alle decisioni unilaterali che prima della riunione erano state demagogicamente avanzate e sostenute da una visione comunicativa propagandistica che non dovrebbe appartenere coloro che sono chiamati a governare il nostro Paese e che nel passato, su altre problematiche, hanno creato solo impotenza e incertezze».

Ciarafoni chiede «la convocazione urgente dei tavoli di concertazione in modo tale da garantire certezza di diritto ai cacciatori in vista dell´apertura generale dell´attività venatoria; ci auguriamo che su quei tavoli non vengano riesumate proposte estensive di chiusura della caccia o posticipo dell´apertura che non hanno nessun significato tecnico scientifico come peraltro affermato da Linda Lanzillotta. Lo stesso ministro al temine della Conferenza da lei convocata ha infatti tenuto a precisare che la caccia non accentua l´emergenza incendi e che i cacciatori sono interessati alla tutela del territorio. Sono parole significative e di gratitudine che giriamo alle centinaia di volontari della nostra associazione, a cominciare dalle guardie venatorie e dai gruppi di protezione civile che in questi mesi hanno dato il loro prezioso contributo per la prevenzione, l´avvistamento e lo spegnimento degli incendi. I nemici dell´ambiente e della fauna non sono i cacciatori – dice Ciarafoni - e la speranza è che pure il ministro dell´ambiente finalmente se ne accorga».

Due posizioni simili nell’apprezzare i risultati provvisori della riunione Stato-regioni ma con accenti del tutto diversi ed una completa indisponibilità da parte dell’Arci Caccia (l’associazione venatoria più attenta alle tematiche ambientali) a rinunciare alle preaperture, cosa che invece chiedono a gran voce Animalisti Italiani, Enpa, Lipu e Wwf. E’ prevedibile che i cacciatori troveranno sponde sensibili in molte regioni ed anche nel governo. Probabilmente lo scontro prossimo venturo verterà proprio su questo e sulle norme di salvaguardia nelle Zone di protezione speciale (Zps) e il bersaglio da colpire o da proteggere a seconda delle diverse sensibilità sarà Alfonso Pecoraro Scanio.

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